sabato 7 gennaio 2012

Con don Armando, per i nuovi italiani

Di don Armando ve ne potrei raccontare mille, dalla prima lezione di religione che mi fece in terza media, appena paracadutato nel larigiano, a quando lo trovai in Burkina, perché lui i soldi li portava personalmente di persona, perché passando di mano in mano un po' di soldi si perdono, o magari finiscono alle persone sbagliate.

Ve ne racconto una: quando ero segretario del PDS di Lari, non ricordo per quale occasione si doveva fare un volantino insieme. Venne alla festa de l'Unità e andammo insieme a fare il volantino. Visto che ero un "mangiapreti", la mia mamma (credente), andò da Armando e gli disse: "ti vedo un po' troppo insieme al mi' figliolo, mi devo preoccupare?". Armando rispose a botto: "ti dovresti preoccupà se mi vedessi insieme alla tu' figliola."

Armando è così: dice quello che pensa e fa in prima persona quello che può. Dalla parte giusta, da sempre ("se trovo uno per terra lo raccatto, ma se ne trovo cento per terra mi devo anche chiedere perché cascano", per me è la sua frase più bella).
Armando non si strumentalizza, però spesso è bello fare un pezzo di strada insieme.

Domani è uno di quei giorni. Don Armando, nel suo presepe, spiega che se oggi nascesse Gesù in Italia, non sarebbe italiano. Quale modo migliore di far capire che chi nasce in Italia deve essere italiano?

Stupidamente, alcuni giornali hanno titolato: la prima nata in Italia del 2012 è di origine straniera. Come se nascita e origine fossero due cose diverse. Si capiva meglio se il titolo era: la prima nata in Italia, per colpa di una legge stupida, non è italiana.
Per ora.

Don Armando, grazie al suo Presepe, ha rimediato minacce da Forza Nuova. E allora domattina, dalle 10 in poi, andiamo tutti in piazza a Perignano, a testimoniargli la nostra vicinanza, e soprattutto a firmare per l'Italia sono anch'io. E magari anche a ringraziarlo perché, almeno a Perignano, a Lari, Don Armando a volte riesce a fare buona politica. Quella che dovremmo fare noi del PD se dormissimo un po' di meno.

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