mercoledì 20 giugno 2012

Truffati anche i truffatori

Passi la truffa, passino i biglietti falsi, ma stamparli in Italia no?
Perché finché ci fregano i lavori onesti è un conto, ma almeno quelli disonesti lasciateli agli italiani, per favore.

giovedì 7 giugno 2012

Quanti anni dovrò stare in carcere?

Stamani Fabrizio Falchi ha scritto questo sul suo status di facebook:
68 anni. Non la mafia, non dei giovani scapestrati perditempo, rivoltosi, arrabbiati, atipici, disoccupati, black bloc. Nemmeno di questo sono protagonisti i giovani. Vendetta privata forse, in cui però a rimetterci sono i più giovani che non c’entrano niente. Quante pagine di sociologia avremmo visto sui giornali se fosse stato un ventenne o un trentenne come spesso è successo all’estero? E allora concedetemi questo sfogo, che c’entra poco probabilmente, ma che parte proprio dal fatto che a confessare è un ultra sessantenne.
Penso a questo pazzo che uccide una giovane nella folle intenzione, di punire un preside o un magistrato, chissà. Adulti e vecchi, che litigano che lottano fra di loro, che si vendicano; e nel mezzo i giovani a pagare e a morire. Risuonano nella mia mente i problemi dell’Italia e la generazione attorno al 1940, che controlla l’Italia, che non si schioda dalle poltrone che ha lievitato il debito pubblico decidendo che lo stato doveva spendere più di quel che prendeva di tasse, facendosi prestare i soldi e riconoscendo una rendita a chi i soldi li aveva e indebitando figli e nipoti.
Credo che l’immagine dei ragazzi davanti al televisore, persi su facebook, che buttano sassi dal cavalcavia, che spaccano tutto nelle manifestazioni, sia ancora prevalente mentre il disastro compiuto da chi li ha preceduti ancora no, quello si tiene in secondo piano finché si può. Non siamo migliori ma nemmeno peggiori di chi ci ha preceduto, ma siamo nell’età nella quale spetterebbe a noi decidere del futuro dell’Italia visto che tale futuro è più il nostro che quello dei nostri genitori. Se a questo si somma il “dubbio” legittimo che la generazione che controlla l’Italia tanto brava poi non sia, non si può che sperare in un ricambio generazionale in tutti gli ambiti della società.
Ai giovani spetta farsi avanti e quindi, dopo tanti anni, mi ripeto: non siamo noi il problema, noi siamo la soluzione.




Qualcuno di voi, quelli un po' più anziani potrebbero dire: che ci combina il gesto di un folle con la questione generazionale?
Ecco, davanti alle frasi del "folle", che prima ancora di chiedere perdono chiede quanti anni di carcere dovrà fare, io penso che Fabrizio abbia ancora di più drammaticamente ragione. Singolarmente voglio bene a un sacco di gente nata negli anni '40 e '50, ma non c'è dubbio che questa generazione porti con se la colpa di aver ridotto l'Italia in questo stato.
E ancora oggi, provate a dire a qualcuno di loro che noi stiamo pagando il loro debito pubblico. Loro vi risponderanno: ma quanto ancora dovrò lavorare? Quanto prenderò di pensione?

sabato 2 giugno 2012

Con le budella di quello meglio...

Anno 1995, sezione PDS di Lari.
Chiedo a bruciapelo a Nedo del Priami:
"Nedo, ma te tra Berlusconi e Fini chi preferisci?".
Risposta secca:
"Con le budella di quello meglio ci strozzerei quello peggio".

Pensando al ridicolo balletto tra Tidei e Adinolfi, mi è venuta in mente la stessa cosa. E credo che anche Nedo del Priami mi risponderebbe lo stesso. L'aggravante è che questi stanno (più o meno) nel nostro di partito.