sabato 17 dicembre 2011

Civis Toscanus sum

Pisa, palazzo dei congressi, 12 gennaio 2010: Enrico Rossi apre la sua campagna elettorale per diventare Presidente della Regione Toscana.
Palazzo dei congressi strapieno, platea al buio, così sono costretti ad ascoltare invece che a chiacchierare. Apre la serata un operaio straniero (rumeno?) che parla l'italiano meglio di uno dei due consiglieri regionali del PD di Pisa (e non peggio dell'altro).
Tutto questo serve a chiedersi una cosa: perché una persona che vive nel nostro Paese, parla la nostra lingua (meglio anche del Sindaco di Adro, per capirsi), lavora nel nostro Paese, paga le tasse nel nostro Paese (a differenza di questo tizio qui, per esempio, e di molti altri), non possa votare.
Firenze, oggi, Piazza Santa Croce: Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, chiede che ai senegalesi feriti dalla furia omicida del pazzo di Casapound sia data la cittadinanza italiana.
Enrico Rossi, il Presidente di cui andiamo così orgogliosi, che da sempre afferma, in ogni occasione, che ai bambini di stranieri nati in terra italiana, dovrebbe spettare di diritto la cittadinanza italiana.
Le cose oggi sono un po' cambiate, il Governo è diverso da quando Enrico è diventato presidente della Regione, ed è più possibilista su questo tema.
Io vorrei, una volta tanto, che Enrico facesse di più, uno scatto in avanti, che dimostri come la Toscana sia ancora oggi terra di civiltà, di integrazione e di accoglienza.
A tutti i bambini nati in Toscana, figli di italiani o di stranieri, sia data simbolicamente la cittadinanza toscana. Certo, è solo una cosa simbolica. Però a volte è dai simboli che si deve partire.
E vediamo se qualche altra Regione ci viene dietro...

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