Un bestiale articolo di Libero (nel senso che è scritto da un animale), ben commentato da EnricoBerliguer.it, mi fa tornare davanti agli occhi i bambini denutriti che ho visto in Burkina e quelli, un po' più in carne, ma poverissimi, dei villaggi etiopi di qualche settimana fa.
Ecco, io la penso all'esatto contrario dell'animale che scrive su Libero: dovremmo far qualcosa perché in certi paesi si facciano meno figli, perché la sovrappopolazione ne ammazza più della peste.
La prima cosa da dire all'animale di Libero riguarda le correlazioni spurie: mettete in un grafico le città del mondo: sulla X il numero di omicidi, sulla Y il numero di chiese (includete magari moschee e altri luoghi di culto), e troverete una bellissima correlazione. Chi più prega più ammazza? Forse, ma più probabilmente la spiegazione è che il numero di chiese e il numero di omicidi per città dipendono entrambe dal numero di abitanti (più una città è grande più chiese ha, più una città è grande più omicidi ha), ma non sono logicamente correlate tra di loro.
La seconda cosa da dire all'animale di Libero e anche al Ministro inglese citato nell'articolo, è che sono due maschilisti di merda. Perché anche la scolarizzazione maschile fa diminuire la natalità, quasi allo stesso modo di quella femminile. Andate in Africa a vedere con i vostri occhi: quelli che vivono in un villaggio sperduto si sposano a 16 anni e fanno un figlio ogni 18 mesi. Non solo, non tanto, perché hanno bisogno dei figli per i campi, per le bestie, o per mandarli ad accattonare, ma più semplicemente perché non hanno idea di cosa voglia dire programmare il futuro perché vivono alla giornata, perché non hanno contraccettivi e perché la sera non hanno altro da fare. Quindi vedranno i nostri scienziati maschilisti, come funzioni benissimo la correlazione tra la prolificità delle genti e il loro tasso di scolarizzazione (anche quello maschile, ripeto, perché chi studia poi ragiona e programma, invece di fare figli a raffica come fanno gli animali, appunto), ma anche quella tra la prolificità e la diffusione dei preservativi (e in questo cristiani e musulmani sono ugualmente responsabili della diffusione della HIV e della sovrappopolazione dei paesei poveri), e anche quella tra la prolificità e la diffusione delle TV: vi pare strano? Più TV, meno sesso, meno figli.
La terza e ultima cosa da dire all'animale di Libero è che i maschilisti sono sempre in ottima compagnia. Perché, come lui stesso scrive, citando (a sproposito) uno studio serio, "le donne con più educazione e competenze sono più facilmente nubili". Vi pare strano? Le donne che studiano, che lavorano, non possono essere costrette a sposarsi a 9 anni come accade nelle campagne indiane, o a fare figli a 14 anni come accade nell'Africa rurale. E soprattutto, anche se sposate, possono usare il celeberrimo contraccettivo orale, il più diffuso e sicuro nel mondo civile: "Facciamo sesso?" "No."
Perché deve sapere l'animale di Libero, che il suo modo di riempire le culle è quello di diffondere il costume della violenza sessuale familiare, diretta (cioé fisica) e indiretta (cioè psicologica).
Ecco perchè, anche se così dicono i numeri, io me la prendo (ma parecchio, se non si fosse capito) con lui.
Ecco, io la penso all'esatto contrario dell'animale che scrive su Libero: dovremmo far qualcosa perché in certi paesi si facciano meno figli, perché la sovrappopolazione ne ammazza più della peste.
La prima cosa da dire all'animale di Libero riguarda le correlazioni spurie: mettete in un grafico le città del mondo: sulla X il numero di omicidi, sulla Y il numero di chiese (includete magari moschee e altri luoghi di culto), e troverete una bellissima correlazione. Chi più prega più ammazza? Forse, ma più probabilmente la spiegazione è che il numero di chiese e il numero di omicidi per città dipendono entrambe dal numero di abitanti (più una città è grande più chiese ha, più una città è grande più omicidi ha), ma non sono logicamente correlate tra di loro.
La seconda cosa da dire all'animale di Libero e anche al Ministro inglese citato nell'articolo, è che sono due maschilisti di merda. Perché anche la scolarizzazione maschile fa diminuire la natalità, quasi allo stesso modo di quella femminile. Andate in Africa a vedere con i vostri occhi: quelli che vivono in un villaggio sperduto si sposano a 16 anni e fanno un figlio ogni 18 mesi. Non solo, non tanto, perché hanno bisogno dei figli per i campi, per le bestie, o per mandarli ad accattonare, ma più semplicemente perché non hanno idea di cosa voglia dire programmare il futuro perché vivono alla giornata, perché non hanno contraccettivi e perché la sera non hanno altro da fare. Quindi vedranno i nostri scienziati maschilisti, come funzioni benissimo la correlazione tra la prolificità delle genti e il loro tasso di scolarizzazione (anche quello maschile, ripeto, perché chi studia poi ragiona e programma, invece di fare figli a raffica come fanno gli animali, appunto), ma anche quella tra la prolificità e la diffusione dei preservativi (e in questo cristiani e musulmani sono ugualmente responsabili della diffusione della HIV e della sovrappopolazione dei paesei poveri), e anche quella tra la prolificità e la diffusione delle TV: vi pare strano? Più TV, meno sesso, meno figli.
La terza e ultima cosa da dire all'animale di Libero è che i maschilisti sono sempre in ottima compagnia. Perché, come lui stesso scrive, citando (a sproposito) uno studio serio, "le donne con più educazione e competenze sono più facilmente nubili". Vi pare strano? Le donne che studiano, che lavorano, non possono essere costrette a sposarsi a 9 anni come accade nelle campagne indiane, o a fare figli a 14 anni come accade nell'Africa rurale. E soprattutto, anche se sposate, possono usare il celeberrimo contraccettivo orale, il più diffuso e sicuro nel mondo civile: "Facciamo sesso?" "No."
Perché deve sapere l'animale di Libero, che il suo modo di riempire le culle è quello di diffondere il costume della violenza sessuale familiare, diretta (cioé fisica) e indiretta (cioè psicologica).
Ecco perchè, anche se così dicono i numeri, io me la prendo (ma parecchio, se non si fosse capito) con lui.
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