giovedì 10 novembre 2011

Gli occhiali ottimisti

Quando si va in campagna a campionare le rocce, si ritorna con le mani tutte spaccate, le lenti degli occhiali da sole graffiate (o una scheggia in un occhio).
Visto che quest'anno c'erano anche dei colleghi dell'Università di Amsterdam, roba seria, per non fare la figura del solito italiano che disprezza le misure di sicurezza, mi sono comprato dei guanti seri, e un paio di occhiali antinfortunistici.
Questi occhiali sono gialli, e appena te li metti, tutto pare più bello. In Etiopia siamo sul finire della stagione delle piogge, ma spesso il tempo è ancora nuvoloso. Beh, ti metti quegli occhiali lì, e ti pare che ci sia un sole (che non spacca le pietre, perché quelle me le devo spaccare da solo).
Ho subito ribattezzato questi occhiali gli occhiali ottimisti, e me li metto spesso e volentieri, non solo quando smartello.
Ecco, ho pensato che è come se negli ultimi 17 anni questi occhiali se li sia messi solo Berlusconi, e ci dipingeva un futuro roseo che vedeva solo lui.
Ora che Berlusconi è stato costretto a levarseli, forse sarebbe bene che noi tutti ce li mettessimo questi occhiali ottimisti.
Perché, nonostante tutto siamo ancora un grande paese, e possiamo farcela davvero.
E, come accade in tutte le democrazie serie occidentali, per fare le grandi riforme non occorre necessariamente un governo "di tutti" o un governo "tecnico", ma un bel governo di una forza politica seria che esce vincente dalle elezioni perché si è posta al paese con serietà, sobrietà, ma anche infondendo speranza.

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