Ci siamo. Si torna a casa.
Ancora negli occhi i panorami dell'altipiano etiope, i vulcani che spuntano dovunque, i bimbetti che sono dovunque, ma fuori del finestrino la laguna di Orbetello mi dice che casa è vicina.
Sono senza giacca, farà freddo ma a me non pare, il sole bacia questa terra e rende tutto più dolce.
Laura mi scrive su facebook: "bentornato in un Paese con qualche speranza in più". In un paese con qualche speranza, rispondo io, perché quello che ho lasciato qundici giorni fa era un paese che non osava sperare.
Vedo solo ora questo post bellissimo di Federico Russo, che non riesco a leggere fino in fondo perché c'è scritto continua ma il link non mi va. Un po' come l'incompiuta di Schubert, davvero fantastica e ti chiedi come sarebbe stato il seguito. Però è abbastanza per guardarsi indietro, e per capire che Federico è davvero giovane e io no: quando B. "scese in campo" ero molto più che quattordicenne e pensai subito che chi lo definiva una meteora destinata a fare un buco nell'acqua commetteva lo stesso errore che fece Giolitti con Mussolini.
Però, finalmente, qualcosa è cambiato. Qualcosa ancora non mi torna, non posso credere al PDL che appoggia un Governo per salvare il Paese, però vedremo nei prossimi giorni.
Intanto abbiamo un Governo di cui non vergognarsi, come dice Michele Serra, e almeno possiamo ricominciare a sperare.
Certo è che a vedere che contro Monti hanno votato la Lega (compatta), la Mussolini e Scilipoti, la speranza aumenta e i dubbi diminuiscono.
Forse l'Italia può davvero ripartire. Forse. Nonostante tutto siamo ancora un grande Paese, che anche un dittatorello mediatico all'amatriciana è riuscito a ingrigire ma non a stremare, e finalmente, sono felicissimo di tornare in un Paese e trovare qualcosa di diverso, qualcosa che cambia.
Anzi, un sacco di cose: passi pure per il Governo e una serie di ministri competenti, passi pure il fatto che ora l'Europa ci invita anzichè tollerarci, che i regionali veloci vadano davvero veloci e viaggino in orario, ma se davvero anche il blog di Pippo Civati ha cambiato indirizzo, allora significa davvero che tutto può cambiare in questo Paese.
Ci proviamo? Proviamo a ripartire? Perché, oltre le Alpi è il 2011, non il 1994, e forse la crisi sta per finire.
Un buongiorno a voi, un buongiorno a me.
Ancora negli occhi i panorami dell'altipiano etiope, i vulcani che spuntano dovunque, i bimbetti che sono dovunque, ma fuori del finestrino la laguna di Orbetello mi dice che casa è vicina.
Sono senza giacca, farà freddo ma a me non pare, il sole bacia questa terra e rende tutto più dolce.
Laura mi scrive su facebook: "bentornato in un Paese con qualche speranza in più". In un paese con qualche speranza, rispondo io, perché quello che ho lasciato qundici giorni fa era un paese che non osava sperare.
Vedo solo ora questo post bellissimo di Federico Russo, che non riesco a leggere fino in fondo perché c'è scritto continua ma il link non mi va. Un po' come l'incompiuta di Schubert, davvero fantastica e ti chiedi come sarebbe stato il seguito. Però è abbastanza per guardarsi indietro, e per capire che Federico è davvero giovane e io no: quando B. "scese in campo" ero molto più che quattordicenne e pensai subito che chi lo definiva una meteora destinata a fare un buco nell'acqua commetteva lo stesso errore che fece Giolitti con Mussolini.
Però, finalmente, qualcosa è cambiato. Qualcosa ancora non mi torna, non posso credere al PDL che appoggia un Governo per salvare il Paese, però vedremo nei prossimi giorni.
Intanto abbiamo un Governo di cui non vergognarsi, come dice Michele Serra, e almeno possiamo ricominciare a sperare.
Certo è che a vedere che contro Monti hanno votato la Lega (compatta), la Mussolini e Scilipoti, la speranza aumenta e i dubbi diminuiscono.
Forse l'Italia può davvero ripartire. Forse. Nonostante tutto siamo ancora un grande Paese, che anche un dittatorello mediatico all'amatriciana è riuscito a ingrigire ma non a stremare, e finalmente, sono felicissimo di tornare in un Paese e trovare qualcosa di diverso, qualcosa che cambia.
Anzi, un sacco di cose: passi pure per il Governo e una serie di ministri competenti, passi pure il fatto che ora l'Europa ci invita anzichè tollerarci, che i regionali veloci vadano davvero veloci e viaggino in orario, ma se davvero anche il blog di Pippo Civati ha cambiato indirizzo, allora significa davvero che tutto può cambiare in questo Paese.
Ci proviamo? Proviamo a ripartire? Perché, oltre le Alpi è il 2011, non il 1994, e forse la crisi sta per finire.
Un buongiorno a voi, un buongiorno a me.
Ben tornato, Samu. Teniamo duro a denti stretti. Ma non è stato facile. ;)
RispondiEliminarita