domenica 6 novembre 2011

Si parte

A mezzanotte parte l'aereo per l'Etiopia. Monto sul treno a Pontedera e mi accorgo che l'abbraccio di Monica ha fatto partire una canzone dei Baustelle sull'iphone nel taschino della camicia. Mi metto le cuffie, la ascolto e l'arrivederci pare subito meno triste e più dolce.
In treno par già di essere in Africa, e mi fa un po' strano che i miei compagni di viaggio, di fronte a un bianco non urlino festosi "ferengiii", come sarà per i prossimi 15 giorni.

Partire è un misto di saudade, curiosità e speranza. Tutte le volte che vado penso che sarà bello estraniarsi per un po' dal teatrino Italia. Stare lontano aiuta a vedere tutto in modo più oggettivo e distaccato. In Italia pensi sempre che stia per crollare tutto, che il governo stia per cadere, ma quando torni è sempre tutto come prima, specie in questo lunghissimo crepuscolo berlusconiano, sospesi in questo limbo che sa più d'inferno che di purgatorio.
Stavolta è un po' diverso, par quasi di vedere la luce in fondo al tunnel. Spero sia l'ultima volta che mi vergognerò all'estero di essere italiano, spero che tra 15 giorni, quando tornerò troverò un paese migliore. Un paese con un governo diverso, in purgatorio sì, ma pronto a ripartire.
È con questa speranza che vi saluto: fate tutto quello che potete, a lavoro, nelle piazze, in Parlamento, per non farmi tornare in Italia vivendo l'ennesimo giorno della marmotta.

1 commento:

  1. E 'nvece s'è fatto proprio il governo tecnico. Caro Samu', non ci pòi lascia' un minuto soli che si fa 'r danno! (E, a seguire, la beffa)

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