domenica 23 dicembre 2012

Trasparente ma di ciccia

Campagna elettorale breve, senza mezzi, però penso di avere qualcosa da dire. E di poter fare davvero qualcosa di buono a Roma.
Allora, fedele a una mia filosofia di vita, ho deciso di partire dicendo tutto di me:

1) Quanti soldi ho in tasca e quanti beni ho.

2) Cosa faccio per guadagnarmi il pane, ma anche per arrivare a casa la sera stanco e soddisfatto

3) Come, quanto e quando la politica ha incrociato la mia vita.

C'è chi dirà che ho esagerato, mettendo in piazza cose personali. Io penso che la trasparenza sia importantissima. La privacy non sta di casa qui. Come urla il mio babbo (sì, quello dalemiano) alla TV quando sente parlare di leggi bavaglio: "intercettatemi me, tanto non ho niente da nascondere".
Appena entrato in tesi, mi misi a guardare le rocce al microscopio nella stanza di quello che è stato il mio maestro, Fabrizio Innocenti. Sapevo che era un bravo scienziato, che a lezione spiegava come nessun altro, e poco più. Fabrizio sapeva che avevo una media altissima, e che ero una testa un po' calda nel movimento studentesco, e poco di più. Arrivavano telefonate private (di progetti, di concorsi, di vita di famiglia) arrivavano persone a parlare. Io mi alzavo dal microscopio e sussuravo: "Professore, torno dopo?". "Samuele, che fai, resta lì a guardare le rocce, non ho niente da nascondere".
Col tempo mi sono convinto che la trasparenza è anche forza.

Basta non esagerare con la trasparenza, come mi è successo con Monica a Granada. Perché poi la gente, soprattutto se ti conosce via internet, pensa che tu sia un fantasma.
Vi voglio rassicurare, son trasparente, ma son di ciccia.


2 commenti:

  1. Grazie Samuele per il tuo impegno; ti dico la verità, dentro di me ci speravo.
    Mi augfuro che essere di ciccia sia sufficiente, in un mondo un po' troppo virtuale; fosse per me bnon solo basterebbe, ma avcanzerebbe.
    Un abbraccio.
    Bernardo, libraio a Ponsacco

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  2. Dovresti aggiungere la cosa più importante: le tue idee politiche e cosa faresti se andassi in Parlamento. I referendum civatiani mi paiono una buona carta d'Identità. Io ne aggiungerei un altro, per la riconversione del trasporto privato e pubblico ai moderni sistemi ferro tranviari. Auguri.
    Terenzio Longobardi.

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