sabato 22 settembre 2012

Un patto col Papa (e coi partiti cattolici)

Sua Santità ha ribadito oggi la sua visione del mondo: non si ceda sulla famiglia, no incondizionato ad aborto, eutanasia e matrimoni gay.
Io sono pienamente d'accordo, anche se a dire il vero, il Papa si dimentica di un altro abominio: il divorzio. Ah, già, ci sarebbe anche la fecondazione assistita.

Possiamo fare un patto da gentiluomini col Papa e coi partiti cattolici?

Mettiamo per legge che i cattolici non possono divorziare, abortire, farsi l'eutanasia, sposarsi se sono dello stesso sesso. Poi consentiamo per legge a tutti gli altri di farlo.
Se un cattolico manifesta l'intenzione di compiere uno di questi atti, lo stato invierà urgentemente al Vaticano le sue generalità, che avrà facoltà di inviare, entro tre giorni, un appello alla persona in questione, avvertendolo che rischia la scomunica e la dannazione eterna. Il soggetto in questione avrà tre ulteriori giorni per decidere se ripensarci, dopodiché si proceda. A quel punto lo Stato comunicherà al Vaticano che il soggetto ha da essere scomunicato.

Chi non è cattolico si regoli secondo la propria coscienza e le proprie convinzioni etiche.

Si può fare?

2 commenti:

  1. No, non si puo', occorre abolire la nostra Costituzione prima.
    Seriamente, pero', io ci ho riflettuto un po' quando Vendola ha detto che lui come cittadino E come credente vorrebbe il matrimonio gay. E ho avuto una specie di illuminazione: il problema di Ratzinger (e di tutta la gerarchia cattolica che e' per natura conservatrice) non sono quelli come Tizio C., che sono cittadini ma non credono a nessuno spaghettimonster o sua versione piu' vintage dell'Eta' del bronzo. Il Problema sono proprio quelli come Vendola. Perche' se domani lo Stato concedesse il matrimonio gay a quelli come Tizio G., quelli come Vendola comincerebbero davvero a sentirsi dei discriminati, non dallo Stato, ma dalla loro Chiesa. E comincerebbero davvero a rompere le palle, questa volta a Ratzinger e colleghi. E come fa Ratzinger (no, dico, RATZINGER) a concedere che si sposino i gay in chiesa? Vorrebbe dire perdere una delle gia; scarse fonti di approvvigionamento di risorse umane dell'apparato: se sei gay e cattolico e dai retta a Ratzinger puoi solo reprimerti e al massimo farti prete/monaco, suora/monaca. Quindi per trovare risorse, visto che la miseria per ora non basta piu' a colmare i vuoti, dovrebbe aprire al celibato dei religiosi. E quindi seppellire 2000 anni di tradizione che hanno messo lui e tutta la gerarchia la' dove sono. Quindi negare i diritti di quelli ""fuori dalla sua giurisdizione" e' solo in apparenza una ingerenza insensata, mentre in realta' e' una strategia ben precisa per salvare il SUO sistema...

    RispondiElimina
  2. Alla Costituzione si può derogare quando si tratta di Chiesa. Del resto il concordato viola palesemente l'art. 3 (non una qualsiasi disposizione transitoria).
    Su tutto il resto hai tragicamente ragione. Vi sono chiese (cattoliche) che danno la comunione ai divorziati, e consentono ai divorziati e risposati di andare in chiesa insieme, magari con i figli di secondo letto. Questo perché oramai nella società è passata l'idea che, nonostante la chiesa, nessuno possa essere condannato a vivere con qualcuno che non vuole più accanto.

    RispondiElimina