mercoledì 26 settembre 2012

Lavori non forzati

"Certo, un'intervista così una trentina d'anni fa, t'avrebbe mandato dritto dritto ai lavori forzati." Il bello è che per me spaccare rocce, è il più bello dei mestieri.

A volte, quando esce il mio lato più bastardo, lo faccio di proposito: attacco briga e poi, quando mi rispondono, prendo e me ne vado, lasciando l'interlocutore gonfio di livore che non sa con chi sfogarsi.

Questa volta è capitato. Anche se ora "si litiga" sulla rete, quindi la gente può mandarmi allegramente a quel paese su facebook (più spesso lo fanno senza taggarmi, però va bene lo stesso).

D'altra parte, qualche mese fa, non potevo sapere che avrei ricevuto una telefonata da un giornalista, e quindi avevo già deciso di venire a spaccare rocce in quel di Valencia. Però è davvero troppo bello: un'occhiata veloce ai giornali prima di partire, e tutto osservato con un certo distacco.

Perché uno dei mali principali, della politica e della vita, è che ci si prende troppo sul serio. Invece è bello ogni tanto guardarsi da lontano. Un altro buon motivo per disincentivare alla politica di mestiere.




PS: onore al merito all'anacronistico GPS Garmin, che mi ha servito con puntualità dal Salvador 2005 a oggi, quando è stato dimenticato (e sottratto prima che tornassimo a cercarlo) in quel di Picassent. Da ora in poi si farà con l'iphone anche quello.

1 commento:

  1. Io (spesso) faccio ride' ma non scherzo mai. La miglior sintesi delle reazioni alla tua "uscita" tua l'ha fatta Fabiano Corsini su fb (e dove sennò, nei circoli, tranne uno o due, perennemente chiusi?), almeno di quelle "ufficiali", espresse a mezzo stampa. Poi c'è chi ti ferma per strada e dice la sua. Poi c'è chi ti telefona. Poi c'è la mi' moglie che raccoglie le pagine del Tirreno come un fogliettone dell'800 (e considera un gran guascone il protagonista, ma fondamentalmente lo adora: e non ne sono geloso, anzi!). Poi c'è chi fa la difesina d'ufficio (del "Partito" o di "Samu" o di tutti e due contemporaneamente). Non voglio fare doppioni (coltivo il mito ottocentesco dell'originalità), e allora (parlando solo dii casa mia, il Pd) butto lì una questione materiale: il Pd, a Pisa, ha un numero di dipendenti ancora piuttosto alto, per cui ne deve piazzare una parte (certamente non scegliendoli a caso) in cariche pubbliche per non doverli pagare tutti. Questa è una questione di sostanza, di cui non si può trovare il colpevole, che è avvenuta per sedimenazione (ti garba la metafora, geologo?),ma che ho sempre visto come un'ipoteca sulla politica (milito dal 1994). E' il vero motivo di tante "scelte" (lo metto tra virgolette perché si trattò e si tratterà di scelte obbligate), a prescindere dalle motivazioni che si danno, non solo all'esterno, ma anche all'interno e -direi- anche a noi stessi. Sbaglio? Sono troppo materialista? Faccio del sociologismo scriminante (questa garberà alla tu' sorella)? Non lo so: io a tutti quelli che ora litigano a distanza e a mezzo stampa voglio bene (come dice Scalfarotto, che pure è l'ultimo arrivato, "questa è la mia gente") e anche a quelli che stanno zitti; e parecchi di essi (pensate un po'!) li stimo anche; e avanti di esprimere un parere mi piace ascoltarli (o leggerli) tutti, quando la questione è seria (e questa è fondamentale, letteralmente). E allora mi viene da dire: il "bimbo" ha rotto il vetro con una pallonata? perché non si fa una bella riunione di condominio per discutere se è il caso di sculacciare il bimbo, cambiare il vetro e dimenticare l'increscioso episodio (ma perché certe mamme non li legano, i bimbi?) oppure se è il caso di ragionare del perché la rottura del vetro -viste le reazioni- sembra scuotere le fondamenta del casamento? Non sarà il caso -fuor di metafora- di trarre il troppo e il vano da tutte le considerazioni (compresa questa) che ormai riempiono un librino di qualche consistenza e trovare un nucleo non "sul quale siamo tutti d'accordo" ma, vivaddio, di VERITA', per cambiare quello che c'è da cambiare o, quantomeno, per insegnare a quelli che hanno vent'anni meno di noi (io ne ho 42) a non ripetere una serie di errori, visto cha abbiamo l'ambizione di insegnargli a imitare le non poche cose che abbiamo fatto bene? E' una proposta, che te, altuccio in grado, puoi far circolare meglio di me. Dicono quelli bravi che "crisi" vuol dire anche "opportunità"; e questa ha tutta l'aria di essere una (piccola?) crisi, no?

    Ciao, fatti senti', quado torni.

    Miro

    P.S. 1: dalla foto più che un rottamatore sembri un picconatore; e te lo dice uno che i libri di Cossiga li legge(va) avidamente e per intiero e quelli di Renzi li lasca a mezzo perché ...stuccano.

    P.S. 2: la pappardella di cui sopra è anche su fb sotto un post del Corsini, non so quanto letto ma poco "mipiaciato" (solo Corsini stesso e lo Sconosciuto): vòi vede' che ciò preso?

    RispondiElimina