martedì 23 ottobre 2012

Torre D'avorio batte Palazzo di Vetro




Ieri sera l'assemblea comunale del PD di Pisa si è opposta con maggioranza schiacciante (100 voti su 133 componenti) alla possibilità di fare le primarie, come chiedevamo noi di A Proposito di Pisa.

Alcuni commenti:

1) Chi perde ha sempre torto. E' la democrazia.

2) Il metodo di votazione è stato fortemente irregolare. Si è aperto un seggio per far votare la gente in modo palese, firmando sotto il documento. In tutte le assemblee il voto palese è previsto solo a fine del dibattito, per alzata di mano o per appello nominale. I seggi si aprono solo per il voto segreto. E anche qui, nelle assemblee di partito, i seggi non si aprono prima che il dibattito cominci.

3) Non vale la pena di fare troppo casino per il punto 2, perché comunque vale il punto 1.

4) Non capirò mai perché, quelli che ieri hanno avuto paura delle primarie sono gli stessi che le chiedevano un anno fa, o quelli che le teorizzavano e le imponevano agli altri, quando non erano sindaci, ma segretari di partito. Un atto di coraggio alla Bersani (le primarie le chiedo io) avrebbe portato Filippeschi allo stesso risultato, magari con la coalizione allargata a SEL, e con un vantaggio straordinario sulla campagna elettorale. Certo, il coraggio non è proprio della gente grigia.

Presentando Federico Russo alla conferenza stampa di sabato scorso ho detto: "vorremmo trasformare il Partito in un palazzo di vetro". Oggi Federico commenta con grande franchezza, da vero cavallo di razza. E i vincitori, rinchiusi nella loro Torre D'Avorio, minimizzano l'importanza del voto di ieri, dando enfasi a una coalizione inesistente. O peggio, si arrampicano sugli specchi, stretti nella contraddizione tra l'appoggio a Renzi, che le primarie le ha pretese contro lo statuto, e la situazione locale.

A Federico, e a tutti quelli di A Proposito di Pisa dedico questo spot della FIAT di qualche anno fa (protagonista Jeremy Irons). Perché nella vita si vince e si perde, ma la cosa peggiore è non provarci, e perché, per alcuni di noi, non è importante solo dove si va, ma anche come ci si arriva.
Te la dedico Fede, perché di strada da fare insieme ne abbiamo ancora molta.



1 commento:

  1. Una volta ho salvato una mia giovane amica dalla depressione (o magari solo dalla tristezza di un pomeriggio plumbeo) con questa frase, venuta fuori all'improvviso, quasi come un rutto: "La felicità non è una meta, forse è un percorso".

    L'altra sera (e non solo l'altra sera) di felicità se n'è vista pochina, da entrambe le parti. E anche la parola "forse" s'è sentita poco.

    Alla fine, mi sa che mi sono astenuto per questo.

    Forse.

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