sabato 26 maggio 2012

Caminetti fiorentini alias resoconto della non-segreteria regionale di ieri.

Sapete com'è, il caldo tarda ad arrivare ed anche in Toscana ci si adegua alla moda dei caminetti.
Il PD toscano pare un po' nella bufera, e la prossima settimana ci sarà la direzione regionale. Puntualmente, una settimana prima, si fa la segreteria regionale, alla quale per prassi vengono invitati i segretari provinciali del PD.
Ieri no, non è arrivata la convocazione.
Strano? Boh, sinceramente non mi ero posto il problema. Finché non mi telefona il mio più caro nemico e mi chiede: ma c'è o no la segreteria regionale? Perché io devo andare a una iniziativa ad Arezzo e leggo dai giornali che oggi pomeriggio dovremmo vederci... Io non ne so nulla, però vado a leggere i giornali.
E vedo che a tenere banco non è solo il caso Siena, ma la volontà di processare in contumacia Enrico Rossi, perché per sostituire un assessore competente ha scelto, con troppa fretta un altro assessore competente, mentre c'erano altre ambizioni per quella seggiolina.
Il problema dei "politici di professione" che sono sempre più distanti dalla società reale e che pensano di avere il diritto di occupare posti di comando senza alcuna competenza va affrontato, ma ne parleremo un'altra volta.
Il fatto è che si cercava in Enrico Rossi un prezioso alleato per ricomporre i casini senesi, ma ora c'è da fare la guerra a Enrico Rossi perché fa troppo di testa sua.
E allora non si può fare la segreteria ufficiale, perché lì ci sono tutti, magari gli alleati dei senesi da cazziare, magari i lettiani, magari quelli della fu mozione Marino (che son proprio rompiscatole, lo ammetto), magari qualcuno vicino a Renzi.
Allora no, si fa la segreteria finta, secondo il corriere fiorentino si fa il coordinamento regionale (che secondo il sito PD toscana non esiste), si chiamano solo i fedelissimi, cioè solo i segretari provinciali e poco più (chi?), e si decide cosa fare col Rossi.
Già la segreteria e la direzione non servono a nulla: si va lì a dire la nostra, a informarsi, e poi non cambia nulla. Però magari stavolta non si conta nulla lo stesso, ma a vederli litigare almeno c'era da divertirsi.
Un po' come la barzelletta del livornese che va al cinema da solo, e dopo due minuti gli si piazza davanti una signora con un cappello molto molto grande.
Al che il signore gli dice: "signora, o si leva il cappello o si leva le mutande perché quando vengo al cinema mi voglio diverti'!"
Invece magari in settimana tutto si ricomporrà, i grigi funzionari non avranno il coraggio di sfidare in campo aperto il valoroso Presidente, e venerdi prossimo alla direzione regionale saranno tutti tarallucci (rancidi) e vino (un po' acetoso).
Insomma, per noi poveri mortali né cappello né mutande.
In genere faccio un resoconto delle segreterie regionali e delle direzioni regionali e lo mando, in forma riservata, a un po' di persone interessate (se vi interessa scrivetemi).

Stavolta sono più fortunato, perché ci pensa la stampa.
Quindi potete leggere tutto qui.
Un solo commento al gesto di Marco Ruggeri che prima si dimette e poi ritira le dimissioni perché "siamo in un momento difficile". Ma come, non s'è vinto dappertutto?
Tenetevi buona questa frase, perché è una scusa ottima per tutte le occasioni, pubbliche e private.

Caro, vai a buttare la spazzatura?
Non posso, siamo in un momento difficile.



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