sabato 5 gennaio 2013

Le primarie del PD a bocce ferme

In ordine sparso, metto alcune considerazioni sulle primarie per i parlamentari che si sono svolte qualche giorno fa.
Qui potete vedere i risultati  per la provincia di Pisa. Dei sette candidati, i primi tre saranno messi in lista in posizioni eleggibili, quarta e quinto saranno in lista ma non saranno eletti (a meno che il PD non prenda il 70% dei voti, cosa che tutti ci auguriamo), gli ultimi due non saranno in lista.

Per quello che mi riguarda, io sono arrivato quinto e quindi sarò uno dei candidati del PD, ma non andrò in Parlamento.

Credo che la prima cosa da dire sia la verità: non dirò, seguendo l'esempio di Bersani, ho non vinto. Dirò chiaramente che ho perso. Perché la prima cosa che non ho mai sopportato in politica, è la manipolazione dei risultati a propri fini.

Hanno vinto chiaramente Maria Grazia Gatti e Paolo Fontanelli, Federico Gelli deve essere annoverato tra i vincitori perché si è preso l'ultimo posto utile. Hanno perso tutti gli altri.

La premiata ditta Gatti - Fontanelli ha vinto per una serie di ragioni, la prima delle quali è stata una forte militarizzazione del voto, soprattutto con il braccio armato dello SPI-CGIL, che ha avuto buon gioco visto il numero di votanti basso.

Per quanto mi riguarda il bilancio delle primarie è comunque positivo. Prima di tutto perché, come dice Miro, "s'è perso, ma se gio'ato dimorto bene", e poi perché, in politica come nella vita, l'importante è provarci. Certo, riuscire è meglio. Però le condizioni oggettive di queste primarie forse non consentivano di fare di più, di catturare e motivare il voto di opinione, che era il solo che poteva contribuire a sorprese clamorose.

Sono contento perché, dopo aver fatto parte del drappello che in assemblea nazionale del PD insisteva per avere le primarie per i parlamentari, averle ottenute era già un risultato. Sono contento perché in tre giorni sotto le feste, la squadra che si è creata intorno alla mia possibile candidatura ha raccolto molte firme in più delle 308 necessarie, perché abbiamo dimostrato che in provincia di Pisa c'è una parte di PD, che fa riferimento alle idee di Prossima Italia, che non è marginale, anzi è una forza che, al di là dei numeri, è capace di fare politica in modo diverso, di indicare una chiara alternativa all'apparato chiuso nelle sue stanze, e può costituire il nucleo di aggregazione di tutti coloro che, a sinistra, vogliono un profondo rinnovamento della politica.

Sono contento perché, senza la mia candidatura, nessuno avrebbe parlato dei quattro temi che mi stanno più a cuore: istruzione, formazione e ricerca; politica con meno costi e più servizi; territorio e ambiente; stato sociale inclusivo, per tutti.

Sono contento perché sarò candidato del Partito Democratico, e potrò fare campagna elettorale sollevando questi temi. Sono contento a maggior ragione perché una personalità come Maria Chiara Carrozza, direttore della Scuola Sant'Anna di Pisa, sarà inserita nella testa della lista del PD, e potrà andare in Parlamento, con più competenze di me, a difendere il ruolo della ricerca in questo paese.

Sono contento perché la candidatura al Parlamento è stata vissuta, da parte mia e di chi l'ha voluta e sostenuta, come una candidatura di semina. Il primo raccolto è stato buono ma non sufficiente, ma il mondo non finisce oggi.

Sono contento perché le idee che ho aggregato, e che già facevano parte del patrimonio del gruppo pisano di Prossima Italia, contribuiscono a fare del PD un partito migliore, più aperto alla società. E più appetibile all'elettorato. E quindi spero di poter contribuire al successo del PD alle elezioni politiche, perché questo Paese ha bisogno di essere governato da sinistra.

Infine un po' di "spigolature". Che vanno considerate, senza alcuna volontà polemica, ma come elemento di riflessione.

Il PD pisano si è dimostrato uno dei più chiusi a livello toscano e nazionale: molte persone che ho incontrato mi hanno detto: ti voto, ma non ti posso far campagna, perché "da Pisa" dicono di votare Gatti e Fontanelli, perché "la Federazione" dice di votare Gatti e Fontanelli. Mi piacerebbe sapere chi è questo "da Pisa" o chi sia "la Federazione", perché non ho trovato nessun documento in cui si dice che la federazione prende parte.

Arrivato in federazione ho visto pancali con almeno 50.000 volantini di Gatti e Fontanelli. Le regole delle primarie non consentivano di farsi pubblicità sui giornali, ma niente prevedevano per il materiale stampato. Io ho stampato 1000 volantini grazie all'autotassazione di una decina di noi. Mi piacerebbe sapere perché 50000 volantini di due candidati erano distribuiti come se fossero materiale di tutto il partito, e non una cosa di parte, mi piacerebbe sapere chi ha pagato questo materiale: perché se l'ha pagato il PD, vuol dire che c'è qualcosa che non va, se l'hanno pagato i parlamentari uscenti, di tasca loro, allora vuol dire che davvero i parlamentari guadagnano troppo.

Oltre ai volantini ci sono anche gli SMS, ben oltre il limite della correttezza. In particolare quelli del vicesegretario nazionale che ha avuto accesso al database degli iscritti. Vota la tizia X e il tizio Y. E.Letta. Peccato che alla fine, la tizia X non sarà E-letta, e il tizio Y non sarà E-letto. A meno di giochi di prestigio a livello nazionale, nei quali a dire il vero E. Letta è molto bravo...

Le regole si rispettano e avere le primarie per i parlamentari è stato di per se un grande risultato, che ha prodotto un grande rinnovamento dei gruppi parlamentari. Detto questo è evidente che, una volta deciso di "concedere" le primarie per i parlamentari, come un riflesso pavloviano, chi comanda a Roma ha fatto di tutto per limitare l'effetto di apertura delle primarie: candidarsi era quasi impossibile (con 300-500 firme di iscritti PD da raccogliere in 3 giorni), lo spazio per la campagna elettorale era ridotto, la data scelta molto infelice. Tutto è stato studiato per limitare la partecipazione al voto a una fascia di elettorato PD più militante, mentre è stata volutamente disincentivata la partecipazione del voto di opinione. A Pisa siamo passati da 42000 votanti alle primarie per il premier, a 12000 votanti alle primarie per i parlamentari. Però alle elezioni vere noi dobbiamo raccogliere quanti più voti possibile, e quindi coinvolgere più elettori possibile nelle nostre scelte sarebbe stato importante. Sarebbe bastato, per dire, votare il 13 gennaio, oppure oggi o domani. Così come è stato negativo il fatto di non aver riaperto, nemmeno per due-tre giorni, l'albo degli elettori e non dare la possibilità a chi lo voleva di iscriversi per poter votare.

Così, se vota poca gente, qualcuno ancora sotto choc per i troppi voti presi da Renzi, può affermare che "le cose sono tornate a posto". Io credo che tutti i candidati alle primarie dovrebbero partire avendo ben chiaro in testa che: a) le primarie non si perdono mai; b) le cose tornano a posto quando vota tanta gente.


1 commento:

  1. complimenti per tutto ciò che hai fatto, io ho votato in un'altra regione ma ho seguito dal tuo blog la tua campagna, quello che scrivi sulle differenze che ci possono essere tra i parlamentari uscenti e gli altri candidati alle #primarieparlamentari deve far riflettere perchè nelle prossime occasioni la competizione dovrà partire alla pari il più possibile.
    ti saluto e continuerò a seguirti, nel mio parlamento ideale tu saresti di sicuro un deputato.

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