sabato 14 luglio 2012

Le nostre beghe. Perché sia chiaro a tutti.

(che poi quando ho deciso di aprire un blog ho anche pensato: però cavolo, non voglio fare un blog per parlare dell'ombelico del PD...)

Oggi sono stato all'Assemblea Nazionale del PD. E dire che ero partito pessimista e che alla replica di Bersani lo ero un po' meno. Bersani, che si è pure permesso di bacchettare Franceschini e Letta, perché parlano troppo ai giornali e meno in assemblea, e di spiegare, col sorriso, che non ha senso invocare lo statuto per evitare altri candidati del PD alle primarie per il Premier, e neppure chiamare i carabinieri.

Poi è successo quello che tutti temevamo. Lo temevamo perché ogni nostro tentativo di far votare un documento sui diritti civili era stato respinto, in tutte le assemblee precedenti, e perché ogni nostro tentativo di far votare un documento sulle primarie era stato respinto, in due assemblee precedenti.

Già perché quando si vuole evitare una cosa, ma evitare anche una figuraccia, il metodo Bindi prevede che la presidenza decida di non far votare gli ordini del giorno, anziché lasciare che l'assemblea voti contro.

Per essere chiari: Bersani ha parlato del problema degli esodati. Alcuni parlamentari, compresa la nostra Maria Grazia Gatti, hanno proposto un'ordine del giorno sul tema, per rafforzare le parole di Bersani, hanno raccolto trenta firme (compresa la mia), lo hanno portato alla presidenza, e l'ordine del giorno è stato approvato.

Poi Bersani ha parlato delle primarie per il premier e delle "primarie" per i parlamentari. Noi di Prossima Italia abbiamo raccolto trenta firme, per rafforzare le parole di Bersani sul tema. La "presidenza", senza raccogliere trenta firme, ha raffazzonato un ordine del giorno, per distorcere le parole di Bersani, ha fatto votare quell'ordine del giorno (presentato entro le 13 come il nostro? C'erano le 30 firme?), e poi ha detto che, votato quello, era preclusa la votazione degli altri ordini del giorno sul tema, perché non si può votare su una cosa che Bersani ha già detto. Notate la differenza con quanto sopra?

Sui diritti civili stessa solfa. Un documento "ufficiale" che prevede pochi diritti, ne viene presentato un altro che rafforza i diritti. Ma la votazione è preclusa dall'approvazione del documento ufficiale.

Insomma, quando la Presidenza vuole si può votare per rafforzare un concetto già espresso, quando la presidenza non vuole non si può.

Perché?

Perché Bersani è disposto a fare, le primarie per il premier, ma molti dei suoi sostenitori non vogliono. Già, perché se Bersani fa il candidato premier col voto di qualche milione di persone, come faranno poi i sostenitori di Bersani a chiedere qualcosa in cambio? Se invece Bersani fa il candidato premier, perché lo chiedono Bindi, Letta, Franceschini, i giovani turchi socialdemocratici, e gli ultra conservatori di Fioroni, allora in cambio si possono chiedere dei posti nelle liste "bloccate".
E per lo stesso motivo Bersani è favorevole alle primarie per i parlamentari, ma i sostenitori di Bersani molto meno, e per lo stesso motivo non si riesce a dire primarie, ma "forme di partecipazione" e comunque ogni ipotesi di riforma di legge elettorale deve prevedere un "premio di governabilità", un listone bloccato di parlamentari: è lì che si annidano le "competenze", leggasi quelli che arrivano da Marte e scansano ogni tipo di confronto democratico.

Insomma, dice Bersani, basta parlare di noi, basta parlare di regole. Parliamo dei problemi del Paese, delle nostre beghe.
Il problema è che io penso, come molti, che il Partito Democratico non è in grado di parlare al Paese finché non si rinnova profondamente. E allora, decidere se ci saranno 2 deroghe alla regola dei tre mandati, o 30 deroghe, decidere come saranno scelti i nostri prossimi deputati e senatori non è secondario. Perché gente che sta in Parlamento da 15 anni, senza neanche scomodarsi a scendere sulla Terra per fare la campagna elettorale (grazie al porcellum) non lo sa quali sono i problemi del Paese, e quindi non può risolverli.

Per i politici a vita il problema è la maggioranza del PD. Per me il problema è che se l'Italia non riparte sono a rischio il mio posto di lavoro, la mia permanenza in Italia, la possibilità dei miei familiari di aiutarmi. Insomma, la vita mia e della mia famiglia. E allora, prima che Grillo mandi a casa tutto il PD, la mia bega principale è riuscire, con le buone o con le cattive a mandare a casa questa gente. E credo che la delega che ho ricevuto alle primarie per l'Assemblea Nazionale la devo usare per questo.


Ora le è più chiaro quali sono le mie beghe onorevole segretario?

2 commenti:

  1. Bello, condivido e divulgo. Non mi convince tanto il passaggio su Bersani che vorrebbe le primarie mentre gli altri dirigenti vogliono evitarle, io ho più l'impressione che sia un gioco delle parti, con il segretario a fare il poliziotto buono (che graziosamente ci concede le primarie, ma quando e come decide lui) e gli altri a fare i poliziotti cattivi, a bastonare i ragazzini e le loro beghe. Ma anche la tua lettura è interessante.

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  2. Ottima lettura la tua Samuele, spero di vederti alla prossima di Albinea,aproposito, spero tanto che, anche gli operai possano dire la lor!
    Perche io da dire, ne ho tanto, ma nessuno dà voce agli ultimi!
    Salutoni!

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