giovedì 15 agosto 2013

Le sentenze si rispettano?

Mi par di capire che la ragion di Stato, o anche il mero calcolo politico, porti in diversi esponenti del panorama politico una grossa contraddizione e mi par di capire che, per una serie di motivi, pochissimi giornalisti siano interessati a far emegere questa contraddizione. E allora, nel mio piccolo, ve la volevo far notare, perché magari ci pensiate mentre, sulla spiaggia a Ferragosto, vedrete passare gli aeroplani di Silvio che, in perfetto stile Silvio, ci bombarderanno di cazzate.

Il problema è la Sentenza Mediaset, ovvero della "agibilità politica" di B., come si direbbe con il più brutto neologismo dell'estate 2013.

Una nota sibillina del nostro presidente presidenzialista dice che le sentenze si rispettano. Bene, son d'accordo.

Il segretario del PD, Epifani, seguito da molti esponenti del PD e del PD al Governo dicono in coro che "le sentenze si rispettano".

Anche Matteo Renzi, quello che ha i parlamentari renziani e i ministri renziani che hanno sempre il maldipancia, ma però poi votano tutto l'invotabile come bravi soldatini, dice sempre: "La sentenza si deve rispettare".
Ho capito, signor Presidente, signor Segretario, signor Sindaco, ma voi pensate che B. sia un delinquente o si sente umanamente vicino ad un perseguitato dalla magistratura?

I primi due non risponderanno a questa domanda perché il governo deve andare avanti.
Il terzo non risponderà a questa domanda perché vuole i voti dei delusi del centrodestra, e non attaccherà mai in modo forte Berlusconi.

Ecco, signori, la contraddizione è questa:

- Se questa sentenza deve essere rispettata è perché la sentenza è stata giusta, perché i processi di primo, secondo e terzo grado, tutti concordi, hanno stabilito che l'imputato Berlusconi Silvio è colpevole di frode fiscale (che è un reato più grave dell'evasione fiscale, ndr). Quindi il capo del PDL è un delinquente, lo dice una sentenza che deve essere rispettata perché è giusta. Quindi, signor Presidente, un Governo fatto con l'appoggio in parlamento di 200 pasdaran di un delinquente DEVE cadere, quindi signor segretario, non devono essere loro a trovare la scusa dell'IMU, dobbiamo essere noi a rifiutare alleanze con i lacché di un delinquente, quindi signor Sindaco, visto che vuole guidare il Paese non giochi al politicante ma lo dica chiaramente, e pensi più ai delusi del centrosinistra che a fare il ruffiano con i delusi del centrodestra.

Viceversa, hanno ragione le Santanché e le Biancofiore: Berlusconi è un povero perseguitato, o in alternativa, la vittima innocente di una giustizia farraginosa che non funziona come dovrebbe. E allora gli diamo la grazia, lo facciamo Senatore a vita e domani chissà. Ma in quel caso, si abbia il coraggio di dire che è giusto non rispettare e non applicare una sentenza, perché non la condividiamo nel merito. Non parliamo di atti di pietà o di pacificazione, non tiriamo in ballo la governabilità, né il fatto che Berlusconi preferisco batterlo sul piano politico: tutti quanti vogliamo batterlo anche sul piano politico, ma se delinque, ha da essere punito, non dalla politica, ma dalla giustizia, perché così funziona uno stato di diritto.
Perché le sentenze dovrebbero essere rispettate, così come anche l'intelligenza e la dignità degli italiani.

venerdì 2 agosto 2013

La mia #sentenzamediaset

Monica è ancora più bella del solito, Filippo più sorridente, la Corsica non si era mai vista così nitida dalla costa tirrenica, l'Aberlour pare il Lagavulin, questi sigaretti birmani paiono (quasi) dei mini Cohiba, l'Italia pare un Paese civile, e anche i cantanti del piano bar qui di fronte paiono intonati. No, loro sono parecchio stonati lo stesso. Comunque, se non si fosse capito, ci godo parecchio. Ma, come ho già detto, non è un godere contro qualcuno, è che quando la giustizia è uguale per tutti, tutti dobbiamo gioire.

Buone vacanze a tutti. Le mie sono cominciate oggi e sono già stupende.

PS: alla Santanché che dice: "un processo è un fatto privato, 41 processi sono accanimento giudiziario", vorrei rispondere semplicemente che Berlusconi non è una volta delinquente, è quarantuno volte delinquente.

lunedì 29 luglio 2013

Una calda giornata toscana con Pippo Civati

Pippo Civati aveva promesso che sarebbe venuto alla festa provinciale del PD di Pisa, sabato 27 luglio alle 18, e che a seguire, sarebbe venuto alla festa provinciale di Livorno, alle 21.

Pippo poteva prevedere che sarebbe stato uno dei giorni più caldi dell'anno, ma non che l'ostruzionismo in Parlamento dei grillini avrebbe sconvolto il calendario settimanale. Però gli impegni si mantengono e, appena saputo che l'ostruzionismo in Parlamento sarebbe terminato, Pippo si mette in viaggio, nonostante il calendario settimanale sia stato tutto stravolto. E così, Pippo arriva in macchina, da solo, e rientra in macchina, da solo, nella notte, dalle sue donne (dalle sue bimbe, diremmo noi toscani) a Verona. Ma solo per portarle a Milano, dove oggi aveva un aperitivo.

E poi c'è chi lo chiama fighetto.

Pippo arriva a San Miniato, caldo torrido, ma arriva un refolo d'aria (Civati è una ventata d'aria fresca, dicono i fans senza se, e senza ma).

Tra le domande, stile "Berlinguer ti voglio bene", si succede un microdibattito:
"Ma a che servono ll'iscritti se i''segretario lo votan tutti?"
La domanda successiva lo chiarisce benissimo:
"L'iscritti, l'iscritti, l'iscritti una sega, a noi ci devan vota' anche quell'artri!", che esprime meglio di tutti la necessità di un Partito aperto.

Poi si parte e si arriva a Livorno, dove per una sera il vento di mare si fa attendere. Dove Miro mi vede arrivare, ma non si accorge che ero nel "codazzo" di Civati, mi viene incontro per salutarmi e quasi sbatte nel candidato segretario, che da vero fighetto, gli batte sulla spalla: "Ma che fai non mi saluti?". E Miro strabuzza gli occhi.

E poi, giro delle cucine, tra i tavoli, tra la gente. Da vero fighetto, direi.

E anche qui un sacco di scambi di battute. Tra cui Piero di Peccioli, che scatta in piedi come una molla e gli dice: "Civati, mi raccomando, cambia direzione a questo partito, perché Letta c'ha portato in un vicolo cieco.
"E anche a marcia indietro", chiosa Civati.

A volte una battuta vale più di un editoriale (specie a leggere gli editoriali di questi giorni...)

Ma la battuta più bella, è quella del nostro affezionatissimo, ed è rivolta ad Andrea Colli, che la racconta così:
"Perdonatemi se insisto ma io sono un musicista e quindi vivo di emozioni. Siccome dopo il Pci ho vissuto un periodo di randagismo politico, quando Pippo Civati venne anni fa a Livorno e io partecipai alla sua iniziativa, fu per me così convincente che il giorno dopo presi la tessera del Pd. eri sera gliel'ho ricordato e lui, carico di ironia che lo contraddistingue dagli altri (per esempio Renzi non è ironico, è guappo), mi ha risposto:"Ti chiedo perdono per questo".

Ma il candidato che dice?
Una breve videosintesi la potete vedere qui sotto, a cura del PD Livorno.

E poi c'è la carica simbolica di Livorno, che potrebbe ispirare il tema più importante di questo congresso.

mercoledì 24 luglio 2013

Umile proposta al Presidente del Consiglio

Dice Enrico Letta che non ci sono alternative al suo Governo, nemmeno le elezioni anticipate.
Mi permetto di avanzare una umile proposta in tre tappe:
a) si cambia subito la legge elettorale
b) tanto per curiosità, si torna a votare
c) se Letta aveva ragione gli si fa rifare il Governo come questo; se aveva torto si fa un Governo un po' meglio.

Che ne dite?

mercoledì 17 luglio 2013

A 461409

Quando presi il passaporto, alla fine del 2003, il mondo era un altro. Non c'era Monica, non c'era Filippo, ogni viaggio sapeva di scoperta, e c'erano i miei nonni, quelli che mi allungavano qualche euro: "usali per telefonare", e mi schioccavano il velo della Madonna di Loreto nel portafoglio, "anche se non ci credi, ma in aereo portalo".
Già, non c'era nemmeno skype, internet si trovava in zero alberghi (soprattutto di quelli che frequentavo io) e in qualche internet cafè, e al massimo si chattava tutto per scritto.

E, per prendere il passaporto alla questura c'erano le file, ci voleva un mese, e andava fatto per tempo, perché non si sa mai. Quando presi il passaporto, a fine 2003, il mio passaporto non era A 461409, era quell'altro, che conservavo gelosamente perché aveva su i timbri della Patagonia, del confine di Monte Aymond (vulcanetto che è nella mia tesi di laurea), tra Chile e Argentina. Il mio passaporto era talmente quell'altro che, a Maggio 2004, presi quello vecchio e arrivai all'aeroporto a Pisa con il passaporto vecchio, con scritto ANNULLATO, e Sonia fu spedita in Turchia da sola, con la sua valigia e la mia, e arrivai il giorno dopo, col passaporto buono.

La prima volta che usai il passaporto A 461409 si andava in Salvador, con Fabrizio e tutta la truppa, ed era la prima volta che, per fare scalo, mettevo piede negli USA, e tutti erano pronti a prendermi in giro, perché quando arrivavi in USA dovevi compilare un modulo e rispondere a una domanda: sei comunista? E tutti ci rimasero male, perché quel modulo era cambiato pochi mesi prima, e quella domanda non c'era più. E fu un bene, perché io nel 2004 non lo sapevo mica se ero comunista o no, e in USA si può solo rispondere sì o no a certe domande.

A dicembre il mio passaporto sarebbe scaduto, e visto che quasi tutti vogliono un passaporto valido almeno sei mesi, oggi sono andato a rifarne uno nuovo. Zero file, appuntamento preso su internet, dieci minuti, personale gentile e molto competente, e ci vorrà una settimana. E mi hanno chiesto quasi scusa perché mi hanno preso le impronte digitali. Per me, ci dovrebbero anche prendere il DNA a tutti, altro che le impronte digitali. E poi c'era quel modulo, quello da riempire quando hai figli minori, quello che cambia per sempre il tuo stato d'animo quando sei in viaggio.

E il funzionario è stato così gentile che non ha battuto ciglio quando gli ho detto che avrei voluto conservare anche il vecchio passaporto, perché ci sono un sacco di timbri e visti strani, mi ha risposto: "ma certo", ha annullato tutte le pagine e me l'ha ridato. Dieci anni fa fecero un sacco di storie.

E così, dopo dieci anni, cinque timbri turchi, sei timbri USA (tra quelli presi in transito e quelli presi perché andavo davvero in USA), tre salvadoregni, due canadesi, due messicani, due etiopi, uno australiano, uno guatemalteco, uno giordano, uno siriano, uno burkinabé, uno egiziano, uno thailandese, uno cambogiano e uno birmano, il passaporto A 461409 va in pensione, portandosi dietro tutti i continenti e un sacco di ricordi.


E se mi chiedeste quale posto mi è piaciuto di più, o in quale di questi posti vorrei tornare vi risponderei che non saprei dirvelo, che tutti a modo suo meritano. Però se mi chiedeste quali di quei timbri mi danno più ricordi, non avrei dubbi: non le fredde frontiere aeroportuali, ma le frontiere vere, quelle che si attraversano in macchina, o meglio a piedi. Le frontiere, quelle che in Europa non esistono quasi più e che si vedono solo nei film.

Come il valico di San Cristobal, tra Guatemala e Salvador, dove un poliziotto (vero? falso?) disse a Giacomo che il suo passaporto non era valido, solo perché voleva dieci dollari di mancia, cui fu risposto in perfetto spagnolo: "sì, vien via, io passo lo stesso". E soprattutto come il valico Thailandia-Cambogia di Poipet, dove veramente sembra di vivere in un film, coi doganieri corrotti proprio come te li raccontano (che se non gli dai 5 dollari non ti fanno il timbro nemmeno a morire, il passaporto vi scade tra le loro mani), con le valigie in mano e i facchini che se le litigano, e con tassisti improbabili di qua e di là dalla frontiera. Ecco, se proprio vi devo dare un consiglio, non andate da Bangkok a Siem Reap con un comodo volo low coast. Andateci via terra, e riguardatevi tutta la vita quel bellissimo e sudatissimo timbro sul passaporto, perché vale davvero più di tanti templi e paesaggi.

E adesso avanti, a collezionare timbri, ed esperienze di vita, su quello nuovo.

giovedì 27 giugno 2013

Abbiamo toccato il fondo. Speriamo.

Per Confindustria l'Italia ha toccato il fondo.
Anzi, dovrebbe aver toccato il fondo perché "questo mazzo misto di evidenze sparse lascia solo intravedere l'avvio della risalita. Non costituisce solide fondamenta per prevederla".

Tocchiamo ferro, perché quando sento dire che l'Italia ha toccato il fondo, penso sempre a questa scena.



L'integrazione a Livorno

Non scorderò mai quando, ad una festa de l'Unità a Livorno, si parlava dei nuovi italiani e del diritto di cittadinanza. Alfio Baldi la mise così: "Dioppe dice deh, è quindi è livornese". Diop è un senegalese che vive a Livorno da oltre dieci anni credo.

Lunedì sera, rientrando dalla fondazione del gruppo LivornoXCivati, nei giardini di Piazza della Vittoria, mezzanotte e qualcosa, un ragazzo (forse un po' alticcio) ha urlato: "Pisa Merda!!!".
La vocina di una ragazza di chiare origini cinesi le ha fatto eco: "Pisa Melda!!!".
"Oh, vieni" ha chiosato il ragazzo, "allora sei de' nostri".

Integrarsi a Livorno è un po' più facile che nel resto del mondo.

(dedicato a Ilda Curti, che sa meglio di tutti noi cosa sia l'integrazione e cosa sia Livorno)

lunedì 24 giugno 2013

Voi fate come vi pare, io ci godo. Parecchio.

Avete voglia di dire che B. va battuto politicamente. Un vecchio maiale che si circonda di giovani a pagamento, anche minorenni, e che inventa balle alla questura per tirarsi fuori dai guai in un Paese Civile ha da andare in galera. E che la giustizia sia almeno quasi uguale per tutti, per me è una vittoria politica.
E poi, ove non vi bastassero gli argomenti seri, guardatevi questa intervista di Brunetta. Ecco, solo per vederlo farneticare così ne vale la pena.
Che bello.

lunedì 17 giugno 2013

L'elasticità delle regole di Silvio B.

Il Governo sfuri pure i patti UE, tanto non ci cacciano.
Per me questa dichiarazione del capo del PDL è sintomatica di uno stile di vita, e non solo è pericolosa per il Paese, ma prima di tutto per lui stesso.
Perché uno può pagare tutti gli avvocati difensori che vuole, ma i cittadini (e i giudici dei processi) sono tutti lì che si immaginano Silvio B. che dice ai suoi amici:

- Ma sì, corrompiamo un giudice, tanto non mi beccano.

-Ma sì, con tutte le tasse che pago, posso anche evaderne un po', non mi processeranno mica per così poco.

- Ma sì, anche se non ha ancora 18 anni compiuti, per qualche mese, cosa vuoi che sia, portiamola a letto lo stesso.

Et cetera, et cetera, et cetera.

giovedì 13 giugno 2013

Chiedere scusa e confessarsi razzista.

Cercate una definizione di razzismo. Io vi rimando a quella della Treccani: "Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente «superiori», destinate al comando, e di altre «inferiori»".

In senso esteso per razzismo si intende: "complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizî sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori".

La consigliera leghista Dolores Valandro, pur essendo "più dolce e più buona del pane" (così si definisce lei stessa), davanti a una notizia di un presunto tentativo di stupro operato da due uomini di origine africana, pubblica la foto del Ministro Kyenge e scrive così: "Ma mai nessuno che la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato??????? Vergogna!"

Quindi la Kyenge si deve vergognare perché due persone del suo stesso colore hanno (forse) provato a stuprare una donna. Qual è il legame tra la Kyenge e gli stupratori? Il colore della pelle, l'origine africana e nessun altro.

Dolores Valandro si scusa così su Radio Capital: "è stata una battuta che passa in un momento di rabbia".

Bene, se tu, in un momento di rabbia, per un presunto crimine commesso da due persone nere di pelle, te la prendi con una terza persona che non ha niente in comune tranne il colore della pelle, esprimi un atteggiamento di intolleranza originato da profondi e radicati pregiudizi sociali, e lo esprimi attraverso forme di disprezzo nei confronti di individui appartenti a comunità etniche diverse. Cioè, secondo la definizione sei una razzista. Il fatto di dire certe cose in un momento di rabbia, non è una scusante, è la dimostrazione del tuo essere razzista, del fatto che, quando non pensi ma agisci d'istinto, il tuo agire è un atto di intolleranza originato da un pregiudizio.

Se avete la pazienza di ascoltare tutta l'intervista della razzista Valandro sentirete che, per dimostrare di non essere razzista, dirà che "ha accolto ADDIRITTURA cittadini del Congo".

Quale altra ragione, oltre al razzismo, giustifica la parola addirittura in questa frase?

lunedì 10 giugno 2013

Gentilini e Mazzarò

Certo, uno sceriffo razzistello che di sicuro odia i terroni non vorrebbe essere paragonato a un personaggio di una novella di Verga, però a me è venuto proprio spontaneo.

Anzi, almeno Mazzarò, si accorse che era tempo di morire e si mise a distruggere tutto come un pazzo urlando "roba mia, vientene con me!"

Gentilini, invece, dopo qualche lustro da sceriffo (o vice-sceriffo, però comandava lui) di Treviso, alla fine è stato mandato a casa dal voto. E che fa, il gentlemen? Non dice: io sono finito, non è più il mio tempo, dice che "La Lega è finita".

Ovviamente io spero tanto che Gentilini abbia ragione e che davvero la Lega sia finita, però, quando vedo questi vegliardi di destra, centro e sinistra, che invece di portare i nipoti ai giardinetti imperversano facendo danni fino all'ultimo giorno utile, dando magari sempre la colpa agli altri, e pensando di essere sempre l'unica soluzione possibile, la mia mente, immancabilmente, torna a quei bellissimi giorni in Turchia.
Laggiù, mentre si girava a caccia di rocce vulcaniche, tutte le volte che si passava davanti a un cimitero, Yilmaz, nel suo inglese approssimativo mi diceva: ecco un altro posto pieno di gente che pensava che il mondo non sarebbe andato avanti senza di loro.

lunedì 3 giugno 2013

Viva i giovani turchi.

Quelli veri però.
Questi.

O Pomezia o morte!

Tour de Force per Beppe Grillo, che proverà a ribaltare l'esito delle comunali con i ballottaggi di domenica prossima. Dopo aver eletto zero sindaci del cinquestelle al primo turno, Grillo farà visita a tutti i candidati grillini impegnati nel ballottaggio. Lunedi sara a Pomezia (RM), martedi a Pomezia, mercoledi a Pomezia e giovedi a Pomezia. Per la chiusura della campagna elettorale, Grillo sarà nella città più importante che il cinque stelle vuole conquistare: Pomezia.

martedì 28 maggio 2013

Il partito dell'astensione

Bene, chiunque affermi che le elezioni le ha vinte il partito dell'astensione, fondi un partito e lo chiami: Partito dell'Astensione, delle bianche e delle nulle.
Se alle prossime elezioni ci sarà il 100% dell'affluenza, e questo partito sarà primo, allora le elezioni le avrà vinte il partito dell'astensione. Altrimenti no.

Questo per dire che ci sono molti motivi per non votare, e che nessuno può intestarseli. Votare, in democrazia, sarebbe anche un dovere, ma oramai è diventato solo un diritto, e quindi si può non votare. E si può non votare per molti motivi, e nessuno può attribuirsi i non voti di coloro che non si esprimono.

Alcune noterelle:
- in genere si vota di più al centro-nord, dove prevale il voto di opinione. Stavolta si è votato di più al sud, dove prevale il voto organizzato (clientelare). Pisa è una delle città più colte d'Italia; la percentuale dei votanti è stata la più bassa dei comuni capoluogo (57%). Quando il voto di opinione manca, il voto organizzato prevale.

- Alle elezioni politiche molte persone che "odiano il sistema" invece di stare a casa sono andati a votare e hanno votato 5 Stelle. Il 5 Stelle ha clamorosamente fallito nella capacità di poter cambiare il sistema. Il loro schema era: se mandiamo al governo PD e PDL, tutti odieranno il sistema ancora di più, e quindi voteranno per noi. Invece, la maggior parte della gente ha pensato: non hanno fatto niente per cambiare il sistema, sono tutti uguali. E non votiamo nemmeno loro. E i voti sono dimezzati per i grillini. Potranno provare a cambiare rotta, perché in Parlamento sono tanti, e possono davvero cambiare gli equilibri. Ma forse è troppo tardi.

- Alle elezioni politiche molte persone di basso livello culturale, sociale, persone che hanno uno scarso accesso al mondo dell'informazione, sono scarsamente interessate alla politica, che vivono ai margini della società, alla fine vanno a votare. Esprimono un voto emotivo, si lasciano sedurre da promesse più o meno campate per aria. Pensano al loro portafoglio e non alla società, perché non ne sono capaci. Queste persone, quando votano, votano in gran parte per Berlusconi. Stavolta queste persone sono state a casa.

- A parte il voto organizzato, ci sono degli elettori che votano sempre, perché lo ritengono un diritto dovere, e hanno un senso civico più alto della media. Queste persone votano quasi sempre, e più frequentemente votano a sinistra.


- I grillini possono anche dare la colpa ai media brutti e cattivi, e non capire i loro errori, ma se aveva ragione Grillo che la sfida era tra lui e Berlusconi, e che ne rimaneva soltanto uno, allora da oggi c'è solo Berlusconi. Per fortuna c'è anche il centrosinistra, che avrà da rimettersi in carreggiata, ma qualche segnale di vitalità esiste.

- Gli stessi che ieri hanno detto che il referendum di Bologna non è indicativo, perché hanno detto sì il 58% del 28% dei cittadini (cioé il 15% degli elettori), oggi dovrebbero dire che non è legittimo un Sindaco che è eletto con il 53% dei voti validi, che sono il 90% dei voti espressi dal 57% dei votanti (cioé il 27% degli elettori). Però non lo faranno, perché la coerenza non è il loro forte. Per me avevano torto ieri e fanno bene a stare zitti oggi, perché chi tace sta zitto, ma un po' acconsente, e chi sta a casa ha sempre torto. Sempre.

- Quando il 40% degli elettori, per disinteresse o per scelta, decide di non votare, un po' perdono tutti, perché perde la democrazia. Io sono del Partito Democratico, e dico cosa vorrei che facesse il PD. Gli altri partiti facciano quello che vogliono. Io vorrei che avessimo la capacità di riflettere su questi due fattori: 1 - progressivamente il distacco dai cittadini dalla politica aumenta, e noi dovremmo capire perché e agire per invertire la rotta; 2 - quando vota solo chi è più attivo, informato, motivato, il centrosinistra ha molte chance di prevalere; quando votano tutti, compreso quelli che stanno ai margini della società, il centrosinistra è in difficoltà. E una sinistra che non parla, prima di tutto, agli emarginati, non sa fare il suo mestiere.

giovedì 23 maggio 2013

Votare il PD per cambiare il PD.

Un appello accorato a tutti gli elettori di centrosinistra che saranno chiamati a votare alle amministrative. Soprattutto a coloro che "vogliono dare una lezione al PD, perché sta sbagliando tutto".

Votate i candidati del PD per cambiare il PD, votate coloro che vogliono bene al PD, coloro che sono il PD. Perché il PD non sono Epifani, Franceschini o la Finocchiaro, il PD sono i candidati che vanno casa casa, nei circoli, nelle piazze a spiegarvi cosa vogliono fare, nel loro piccolo, per migliorare la vostra vita di tutti i giorni.
E mi raccomando, date due preferenze, per una donna e per un uomo, perché i consigli comunali siano sempre più rosa.

Il PD  a Pisa ha la faccia di Stefano Landucci, uno che la faccia ce la mette sempre, e che oggi ha ricevuto un endorsement ben più qualificato del mio. Stefano può vantare l'appello di un "leader nazionale", anzi forse dell'unico leader nazionale che oggi è in sintonia con il popolo del centrosinistra. Forse l'unico del PD che, se fa un appello per te, ti fa guadagnare voti invece di perderli.
Il PD ha il sorriso di Veronica Fichi Occupypiddì (ma sulla scheda Occupypiddì non ce lo scrivete, se no forse vi annullano il voto), che ha 33 anni, ma non va solo all'ARCI, va anche all'ANPI.

Il PD della provincia industriale ha la faccia di Antonio Torrini, a Santa Maria a  Monte. Antonio ha vinto le primarie fatte all'insegna del fair play, e di sole iniziative comuni a tutti i candidati, e ora vuole dare un futuro al suo Comune, mentre i suoi sfidanti erano già a fare gli assessori quando lui non era ancora nato. E Antonio è circondato da una lista fatta in grande maggioranza da ragazze e ragazzi, che stanno facendo una campagna elettorale bellissima. Io conosco un po' meglio Federica Basiloni e Pietro Giuntini ma, davvero, c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Il PD della provincia agricola ha la faccia di Sandro Cerri e della sua squadra, anche questa tutta di giovani, che a Montecatini Val di Cecina, tra paesaggi bellissimi e un passato di miniere, vogliono valorizzare le loro produzioni agricole e la loro vocazione agrituristica, perché laggiù è Toscana vera, accogliente e dolce come le loro colline. A Montecatini Val di Cecina non c'è bisogno di fare occupy PD, perché lì il PD è già in buonissime mani.

E quelli di Pisa sono solo alcuni esempi, ma dalle grandi città, come Roma, al più piccolo paesino di provincia, da Ignazio Marino, all'ultimo candidato, ci sono un sacco di persone che ci mettono la faccia, che cercano di spiegare che loro gli accordi con Berlusconi non ce li fanno, che loro non vogliono fare le grandi intese, ma risolvere i piccoli problemi di tutti i giorni.

Se volete cambiare il PD, cercateli nelle liste del PD. E votateli.

lunedì 20 maggio 2013

In difficoltà

In memoriam.

Per Civati segretario - La ricognizione continua

Sabato scorso, al PD di Pisa, c'è stata la prima riunione dei toscani per Civati.

Un bel racconto di cosa è successo lo trovate qui, grazie a Stefano Fabbri.

Un resoconto più freddo: siamo stati in almeno 120, da tutte le province (e le unioni territoriali) della Toscana.
Nel frattempo, più di 50 persone hanno scritto a: toscanapercivati@gmail.com per comunicare la loro adesione.

Ora lasciamo passare le amministrative che coinvolgono città importanti come Pisa, Siena, Viareggio.

Subito dopo cominciamo a fare riunioni (pubbliche e aperte, che ve lo dico a fare), e a organizzarci provincia per provincia, città per città.

Se avete facebook, potete iscrivervi al gruppo: La Toscana per Civati.

Nel frattempo, tutti quelli che vogliono manifestare la loro disponibilità sono invitati a mandare una mail a: toscanapercivati@gmail.com

Nella mail, per favore indicate:

Nome
Cognome
Data di Nascita
Email
Cellulare
Città
Provincia
Iscritto al PD sì o no
Se iscritto il Circolo
Gli incarichi nel PD
Gli incarichi nelle istituzioni
Cosa fate nella vita e che interessi/competenze avete.

venerdì 17 maggio 2013

Per Pippo Civati segretario del PD - La Toscana si organizza

Domani parte anche in Toscana la campagna congressuale per Pippo Civati segretario del PD.

Prima di tutto proviamo a conoscerci e a organizzarci, perché le manifestazioni di interesse che arrivano sono davvero tante, e vorremmo provare a gestire al meglio questo piccolo patrimonio, che giorno dopo giorno è sempre meno piccolo.


Su facebook abbiamo l'evento con tutte le istruzioni del caso, e anche il gruppo.

Se domani mattina non potete venire a Pisa, ma volete partecipare, scrivete una mail a:

Nella mail mettete:
Nome
Cognome
Data di Nascita
Email
Cellulare
Città
Provincia
Iscritto al PD sì o no
Se iscritto il Circolo
Gli incarichi nel PD
Gli incarichi nelle istituzioni
Cosa fate nella vita e che interessi/competenze avete.

Se potete venire meglio. Di seguito tutte le informazioni e il come arrivare.
L'incontro si terrà in Via Fratti, 9, presso la sede provinciale del PD.
Per chi non è di Pisa, Via Fratti è a 600 m dalla stazione di Pisa Centrale ed è quindi comoda anche per chi viene in treno.
Se venite in auto, in Via Fratti e nelle vie circostanti è possibile parcheggiare a pagamento. Il parcheggio gratis più vicino è a 450 m, in via Alessandro da Morrona, che è a meno di un km dall'uscita Pisa Aeroporto-Pisa Centro della SGC FIPILI.


Se avete facebook, pubblicizzate il gruppo e l'evento.

L'INCONTRO E' APERTO A ISCRITTI E NON ISCRITTI. DITELO A CHI VOLETE.

Tutti i nodi vengono al pettine

Se si fa un governo che non si doveva assolutamente fare, almeno il governo dovrebbe provare a fare le cose che deve assolutamente fare. Per ora mi sembra che il governo abbia fatto solo proclami e incontri. Ma non un solo provvedimento.

E il pettine è sempre più vicino.

mercoledì 15 maggio 2013

I sondaggi non valgono per chi arriva primo. Ma per chi arriva ultimo?

Come già spiegato, e verificato, l'anno scorso da Popolino, i sondaggi de L'Espresso non hanno un gran valore statistico, come evidenziato da loro stessi.
Certo, non può che farmi piacere che, a 20 ore dall'apertura del sondaggio, Pippo Civati sia ampiamente in testa. Però, prima che qualcuno si metta a truccarlo, per gioco o per mestiere, la cosa da sottolineare non è tanto chi guidi il sondaggio (al momento Pippo Civati, seguito a una certa distanza da Matteo Renzi e Debora Serracchiani), ma chi sia desolatamente in fondo.

Nettamente staccati, rispetto a tutti i concorrenti, compreso un Bersani che è ovvio sia fuori dalla competizione, giacciono Enrico Letta e Guglielmo Epifani, cioé il Presidente del Consiglio e il segretario in carica appena eletto.

Questo dato la dice lunga sugli errori politici in cui la dirigenza del PD persevera. Diabolici.

Priorità e merito.

Immaginate di invitare un amico a cena, gli chiedete: "ho intenzione di cucinare l'agnello, ti piace?", e questo ti risponde: "non è una priorità".
Voi che cavolo ci fare con l'agnello? Lo cuocete o lo mettete in freezer?

Lo dico perché oggi il capogruppo PDL in commissione giustizia ha presentato un disegno di legge sulle intercettazioni che "è uguale al testo presentato dal governo Berlusconi", dichiarando che è "una scelta politica".

E il PD che ne pensa? "Che non sia una priorità"


Va bene, non è una priorità. Ma al PD il testo piace o no? Lo appoggeremo o voteremo contro?

Per me bere whiskey non è una priorità, ma se mi regalate un Lagavulin di 20 anni mi fate un gran bel regalo. Se mi portate un Johnny Walker che a casa avete lasciato aperto per due mesi senza tappo, lo butto nell'acquaio.

Ecco, due cose vorrei chiedere al nostro Presidente del Consiglio, e ai nostri uomini al governo e in parlamento, per poter credere almeno un po' che questo Governo fosse necessario e sia utile al Paese, per poterlo sentire un po' mio, per potermi sentire rappresentato:

1) Smetterla di fare i proclami e cominciare a fare le cose.

2) Smetterla di buttare i palloni in fallo con la scusa "non è una priorità".

A ogni proposta, oggi sulle intercettazioni, ieri sulla legge elettorale, domani sullo ius soli, per favore, si risponda subito sul merito: ci piace, non ci piace, lo faremo, non lo faremo, faremo il contrario.
Così ci si capisce.

domenica 12 maggio 2013

I numeri di Epifani

Per amore di verità, visto che sulla stampa si trova scritto che Epifani è stato eletto segretario con l'85% dei voti, vi riporto i numeri dell'Elezione di Epifani.
L'assemblea nazionale del PD era composta da mille membri.
Per evitare che manchi il numero legale, i membri sono stati rivisti, e attuamente ancora un numero compreso tra 930 e 940 sono in carica (alcuni non sono più iscritti e sono decaduti). Infatti per presentare candidature ieri ci volevano 94 firme, cioé il 10%.

Hanno votato circa 600 persone, ed Epifani ha preso 458 voti. E' chiaro a tutti che 458/600 non fa l'85%, ma circa il 76%. L'errore non è un errore, ma è dovuto al fatto che la presidenza dell'Assemblea PD non perde il vizio di manovrare i numeri in modo politico. Il risultato della votazione è stato:
458 voti Epifani
68 schede bianche
60 schede nulle.
Marina Sereni ha annunciato i risultati così:
Votanti 594, nulle 60, voti validi 526, bianche 68, Epifani 458. Epifani eletto con l'85% dei voti validi.

Trovatemi voi una elezione in cui le schede bianche si contano con le schede valide, o a scelta una elezione in cui le schede nulle e le schede bianche hanno un significato o un valore diverso.
Votare bianca o scrivere "Conte Mascetti" è un modo come un altro di esprimere dissenso.

Per cui Epifani è stato eletto segretario col 76% dei votanti, e con meno del 49% degli aventi diritto.

Buon lavoro a Epifani.


PS: io ho votato Beatrice Brignone, e la mia scheda è stata annullata. Per me Beatrice sarebbe davvero stata più brava di Epifani a fare il segretario.

PPS: la notizia di ieri è che il PD ha eletto un nuovo segretario, e questa NON ERA la notizia di apertura di nessun TG ieri sera, e di nessuno dei grandi quotidiani di stamani. Per me questo è sintomo del lavoro titanico che dobbiamo fare, tutti insieme, con Epifani prima, e col segretario vero eletto dalle primarie a ottobre, dopo.

sabato 11 maggio 2013

E arrivò l'assemblea nazionale.

7:50 - Ci siamo. Dopo due mesi e mezzo da elezioni che avremmo dovuto vincere, inutili (e poco convinti) tentativi di coinvoilgere il M5S nel "governo del cambiamento", un mesetto da una serie di figure meschine rimediate durante l'elezione del Presidente della Repubblica, la dimissione di tutti i gruppi dirigenti (per molti la definirei pseudo-dimissioni) e la nascita del governo delle grandi intese, il PD oggi va alla sua Assemblea Nazionale.
Alla fine i giochi sono stati scoperti. Il candidato forte sarà Gugliemo Epifani, anche se di forte in questo partito, mi par che non ci sia più nulla.
Si parte "a sbrillume", sole in collina, nebbia a Pontedera. Alla stazione incontro il mio miglior nemico, Gabriele Toti. Prima che arrivi il treno la nebbia si dirada e ti sforzi di essere ottimista. Però è da ieri sera, da quando wikipedia ha già scritto che Guglielmo Epifani  è segretario del PD, che questo pensiero non mi esce dalla testa: siamo al governo guidato da un esponente del PD e uno del PDL, Letta e Alfano, che provengono dalla DC. La guida dei due partiti, PD e PDL, da oggi potrebbe essere in mano a due uomini, Epifani e Berlusconi, che provengono dal PSI. E poi la chiamano terza Repubblica.

8:00 - La giornata comincia bene. Mentre aspetto il treno a Firenze, arrivano le delegate empolesi. Tra queste Laura, che mi porta un regalino per Filippo. Grazie!

8:50 - Leggo un sondaggio su Repubblica. I sondaggi sono quella cosa che quando ci dicono bene non ci beccano, e quando ci dicono male ci beccano. Il sondaggio di oggi dice che non solo non siamo più il primo partito. Già dal giorno dopo le elezioni i giornali dicevano che il centrodestra era avanti come coalizione. Già oggi poi la coalizione non c'è nemmeno più (la nostra). Ora non siamo nemmeno più il primo partito. Il nuovo segretario partirà in salita. Molto ripida.

10:30 - Arrivo alla fiera, saluto quelli di #occupyPD, e mi metto anche io la maglietta. Da delegato devo stare dentro, ma oggi mi sento soprattutto qui fuori con loro. Entro in assemblea (dove la 3 non prende e il wifi è un optional), e mi rendo conto che fare il liveblogging sarà dura. Però ogni tanto esco e ci provo a raccontarvi lo stesso che succede.

10:50 - Marina Sereni introduce e dà la parola a Bersani, per un breve saluto. Tutti si alzano in piedi e applaudono. Un tanfo di ipocrisia pervade l'aula. Bersani: "si vince assieme, si perde soli". Altro applauso, altra ipocrisia traboccante.

11:00 - Fuori arriva Matteo Renzi e i giornalisti lo assediano.

11:30 - Renato Soru: abbiamo regalato a Berlusconi la comunicazione via TV, ora qualcuno vorrebbe regalare internet ai grillini.

11:40 - Gozi dice che i 101 sono ancora una ferita aperta. Quelli che applaudono in sala sono molti meno di 101.

12:20 - Adesso! Parla Matteo Renzi. Facciamo l'analisi del voto e anche l'analisi del vuoto. Renzi ripete le cose che ha detto a Repubblica: a) chi non voleva gli elettori di centrodestra alle primarie ora si becca i ministri; b) questo non è il Governo che volevamo, ma cerchiamo di fare il meglio possibile e di rivendicare il bene che fa, se no facciamo un altro regalo a Berlusconi, che sarà l'unico a rivendicarne i meriti, ma potrà additare a noi le cose che non vanno. Il Pd non va occupato, va aperto. OpenPD più che occupyPD (nessuno applaude). E poi si leva il sassolino dalla scarpa: quando avete voluto il certificato medico per far votare la gente alle primarie, abbiamo cominciato a perdere le secondarie. E finisce con la battuta: PD e PDL paiono come il wrestling, dove fanno solo finta di picchiarsi.

12:35 – Stefano Fassina: questa assemblea era stata descritta come uno psicodramma, invece è tutto tranquillo e va tutto bene. Vorrei provare a contestualizzare. La sinistra ha problemi in tutta Europa. Quindi i nostri limiti specifici, che ci sono, alla fine poco contano. Si sarebbe fatto schifo comunque. Per il Governo Letta voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, perché lo é. Chiedo a tutti: giudicate il governo dai risultati, non vi fate affascinare dalla retorica dell’inciucio.

12:45 Rosy Bindi: non mi sono dimessa per il mio cattivo carattere, ma perché ciascuno porta il peso delle responsabilità che esercita. E comunque se chi dicesse che non ha votato Prodi dicesse perché non l’ha fatto farebbe un gran servizio al partito (qualcuno applaude forte, altri applaudono distrattamente, altri applaudono e diventano rossi in viso, altri fanno finta di essere distratti). Chi porta la prima responsabilità è più responsabile di altri, anche se è stato tradito. I ruoli o li eserciti o diventano una piccola gabbia, che non fanno bene né a te né alla comunità. Silenzio glaciale in sala. Non mancherà il sostegno a Enrico Letta che ha dimostrato straordinaria capacità. Non ci dimentichiamo mai della politica e che idee politiche diverse portano a scelte diverse.  Fare il governo col centrodestra non significa rinunciare alle nostre idee e voler perseguire la pacificazione a tutti i costi e la retorica della pacificazione. Se non ci manteniamo alternativi al centrodestra, non solo ci imporranno i loro ministri, ma ci prenderanno anche gli elettori.

13:10 – Gianni Cuperlo: in questi anni non è fallito un pugno di banche ma un modo di intendere l’economia. I ricchi sono diventati troppo ricchi, i poveri troppo poveri e il ceto medio è stato travolto. Un partito può perdere le elezioni, ma la nostra crisi è aggravata dal fatto che il Paese è fragile. E da anni la politica ha lasciato indietro l’equità. Abbiamo provato a fare un governo di cambiamento, che non è fallito per colpa nostra (ma dei grillini, ndr). Vorrei dire a Renzi che i voti del centrodestra non li conquisti se offuschi le tue idee.

Finisce Cuperlo. Molti applaudono, pochi sanno il perché. Mi sa che la vecchia guardia ha scelto il cavallo per il dopo ottobre.

13:30 – Parlano i giovani di “occupy PD”. La gran parte dei delegati è in sala mensa. L’incontro tra la base e il vertice non s’ha da fare. “Vogliamo ricostruire lo spirito originario del PD”


I deputati passano per la sala, così viceministri, sottosegretari, presidenti di commissione. Mi danno l'idea di vivere proprio in un altro mondo rispetto alla gente normale. Li vedo lontani, viscidi, inaffidabili. E mi meraviglio davvero che i traditori siano stati solo 101.

13: 35 - La presidenza comunica che ci sarà un solo candidato: Gugliemo Epifani

13:50 - Pippo Civati: qui tutti fanno un appello all'unità, quasi all'unanimità, che mi pare molto diverso da quello che abbiamo vissuto in questi giorni.  Voglio un congresso vero, lo voglio al più presto possibile, e vorrei che nessuno pensasse di poter cambiare le regole ora. Non vorrei che qualcuno pensasse, dopo il governissimo, di fare anche il partitissimo. Qualcuno ha preso con leggerezza il movimento di #occupyPD, io credo invece che dobbiamo ascoltarli e fare nostre le loro istanze. Ce la prendiamo con twitter ora, "non è colpa delle stelle se siamo servi" (Shakespeare). Non prendiamoci in giro: sosteniamo gli otto punti, ma diciamo chiaramente ai nostri elettori quali siamo in grado di fare con questo governo. Non c'è solo una drammatica crisi di consenso nel PD, che è sotto agli occhi di tutti, ma c'è anche crisi di militanza e di appartenenza dei nostri elettori e dei nostri iscritti. Ho fatto una scelta difficile e dura di non votare la fiducia al governo Letta, perché la discussione se fare questo Governo si è voluta fare dopo che il Governo c'era già. L'impegno a sostenere Letta nelle cose positive che farà c'è, non si gioca al tanto peggio tanto meglio, ma al tanto meglio tanto prima: sappiamo i limiti del Governo, e quindi cerchiamo di fare il possibile prima possibile. Viviamo un po' come in viva la libertà, ci vorrebbe un gemello, per tutti noi. Un gemello di questo PD, più appassionato.

Io sono di parte, ma questo Civati qui ha un'altra stoffa.

Ognuno parla di quello che vuole e poi ci mette un inciso: "e ovviamente tutti sosterremo Epifani con grande forza". Ecco, credo che Epifani si dovrebbe toccare un po' sotto.

14:10 - Enrico Rossi: oggi è stato fatto un passo importante, ora dobbiamo farne un altro e indire subito il congresso, con le date. La responsabilità di cosa è successo è collettiva.

14:30 - è l'ora di Epifani. Cosa ha detto ve lo leggete da un'altra parte. Io sottolineo solo questo passaggio: bisogna graduare i diritti e i doveri. Un iscritto ha pochi doveri e molti diritti, un dirigente ha molti più doveri e molti meno diritti. E ancora: "bisogna essere coraggiosi, ma coraggiosi non vuol dire incoscienti." Ha anche detto che ha parlato: "con quei ragazzi" di occupyPD. Forse poi spiegherà anche che ne pensa di "quei ragazzi" (tono lievemente dispregiativo).

14:45 -  Epifani finisce, la presidenza annuncia che il seggio è aperto. Il dibattito continua ma la stanza è vuota.

14:55 - Fassino: non me la sono sentita di guidare il Partito in questo momento, perché prima di tutto devo pensare a fare il Sindaco (come se ci fosse stata la messe a raccomandarsi, ma questa cosa l'ha vista solo lui, ndr).

15:20 - Sandra Zampa: io non ho votato Marini perché ero contraria al governo delle grandi intese. I 101 che non hanno votato Prodi lo hanno fatto perché erano favorevoli al governo delle grandi intese. Ora che abbiano vinto abbiano almeno il coraggio di dirlo.

16:00 - è il momento del premier, Enrico Letta, che esordisce con "questo non è il mio governo ideale, e nemmeno il presidente del Consiglio è il mio presidente ideale". E poi si va avanti alla volemose 'bbene, dicendo che Cecyle Kyenge ha fatto capire a tutti gli italiani che non siamo più un paese monocolore (al contrario del governo, mi verrebbe da dire), e la volontà di avere un partito alla Liverpool, che sappia dire alla gente: you'll never walk alone.

Insomma, fino al gran finale vi c'ho portato, la batteria è scarica, e qui siamo anche stanchini.
Ora vediamo se Epifani sarà eletto.

Note personali:
Ho incrociato Rosy Bindi e gli ho detto le seguenti parole: visto che ho contestato duramente e anche rudemente il tuo modo di gestire l'assemblea quando eri presidente, mi sento in dovere di dirti che ho molto apprezzato il tuo intervento di oggi.

Gianni Cuperlo mi ha salutato, gli ho fatto il seguent in bocca al lupo per il congresso: "spero che tu arrivi secondo, ma di poco". Io ho sorriso, lui ha sorriso. E mi ha chiesto. "E primo?" "Che domande: Pippo Civati."

venerdì 3 maggio 2013

La differenza tra i mezzi e i fini. La differenza tra essere generosi ed essere paraculi

Prendetevi qualche minuto e leggetevi questo bellissimo pezzo di Pippo Civati.
Con la solita chiarezza, ma anche con il solito calore, Pippo cerca di far capire che la rete è un mezzo e non un fine.
Se i militanti, se la "base" non digerisce il governo Letta, non è colpa della rete. Se la "base" vorrebbe stanare uno a uno i 101 franchi tiratori, e non li vorrebbe più vedere in Parlamento non è colpa della rete.
La rete è solo uno strumento di oggi, che ti cambia la vita. Come dice Pippo, crea relazioni vere, e fa mantenere relazioni vere.

E sono proprio curioso di sapere come passano le serate quelli che dicono: "Civati sta troppo sulla rete". Magari a guardare un talk show, dicendo "se ci fossi io sarei più bravo", magari a tessere accordi di basso profilo, magari a telefonare a questo o a quello per raccomandarsi, ieri di avere un posto in una lista bloccata, oggi di avere uno strapuntino da sottosegretario.

Invece, quello accusato di stare troppo sulla rete, la sera la passa riempiendo i teatri. Senza risparmiarsi. Perché quando uno è generoso, lo è sulla rete e lo è di persona. Così come quando uno è un paraculo opportunista, lo è sulla rete e lo è di persona.

mercoledì 1 maggio 2013

Buon primo maggio. A tutti.

A quelli che hanno il lavoro ma non hanno voglia di lavora';
a quelli che lavorano per passione;
a quelli che lavorano per portare a casa il pane;
a quelli che vorrebbero andare in pensione troppo presto:
a quelli che andranno in pensione troppo tardi, e forse la pensione non la troveranno;
a quelli che avrebbero voglia di lavora', ma il lavoro non ce l'hanno;
a quelli che lavorano, però non li paga nessuno;
a quelli che studiano, che fanno il lavoro più difficile e meno gratificante (specie in Italia);
a quelli che leggono l'articolo 1 della nostra Costituzione e gli viene spontaneo un sospiro.
A tutti buon primo maggio.

martedì 30 aprile 2013

La priorità del governo.

Così Repubblica.it riassume le priorità del neonato governo Letta: levare l'IMU e il lavoro.
Nell'attesa di capire se le risorse si impiegheranno per restituire l'IMU anche ai milionari o se si useranno per rilanciare lavoro ed economia, mi limito a sottolineare che mi pare un po' la stessa cosa della busta gialla e della busta blu dell'IKEA.


venerdì 26 aprile 2013

Sunto della direzione provinciale del PD di Pisa

Si è cominciato così:
"La direzione provinciale fa propria la preoccupazione degli iscritti e raccoglie l’indignazione della
base del partito che si è manifestata in modo spontaneo".

Verso la fine:
"Per non parlare di quei poveri soldati sovietici che nel 1968, sprovvisti di altro mezzo di locomozione, andarono a visitare il Museo di Praga col carrarmato, e furono inspiegabilmente assaliti da autoctoni xenofobi in Piazza San Venceslao".

lunedì 22 aprile 2013

Grillo e Debora.

La notizia più bella è che Debora Serracchiani, in un clima totalmente ostile al PD ha vinto le elezioni in Friuli. Si dirà che le ha vinte di un'incollatura. Vale la pena far notare che:

- alle politiche del 24 e 25 febbraio la coalizione di Bersani ha preso 198.175 voti (27.49%), alle regionali di ieri e oggi Debora Serracchiani ha preso, a scrutunio non ancora ultimato, 210.000 voti. Quindi la coalizione Italia Bene Comune ha guadagnato anche in voti assoluti, nonostante il crollo dell'affluenza.

Oserei dire che il clima allora non è ostile al PD, ma a un certo modo di intendere il PD. Non vi dico io quale sia, per non essere accusato da D'Alema, Fioroni, Bindi, Letta, Franceschini e compagnia di strumentalizzare il risultato elettorale. Ognuno ci legga quello che vuole, Debora ha detto: "abbiamo vinto nonostante tutto e nonostante Roma".

- L'UDC era alleata col PDL e con la Lega Nord.

Anche qui, volendo strumentalizzare, si potrebbe dire che le elezioni non si vincono con le alleanze al centro, ma con persone valide e programmi chiari.

- La notizia più sensazionale è però il risultato del Movimento 5 Stelle,  che crolla dal 27% e 196.000 voti delle politiche, al 20% e 102.000 voti delle Regionali.

Non c'è bisogno di essere Diamanti per capire che aveva ragione chi diceva che era giusto per il PD sfidare Grillo, e che sbagliava che diceva che il PD si è fatto umiliare da Grillo.
Non c'è bisogno di essere Diamanti per capire che metà degli elettori del M5S non capisce il rifiuto di Grillo, Crimi e Lombardi ad impegnarsi nel Governo per cambiare il Paese. Nonostante la foglia di fico di Rodotà.

Sarà troppo tardi per ripensarci o qualcuno vorra trarre insegnamenti dalla lezione di Debora?

PS: le fonti le trovate qui:
elezioni politiche
elezioni regionali

sabato 20 aprile 2013

Contromano

C'è una pattuglia dei carabinieri in autostrada.

La centrale li chiama:
"Intervenite urgentemente, ci segnalano che una macchina ha imboccato l'autostrada contromano".

E il carabiniere al volante, cercando di schivare le macchine che gli si paravano incontro: "una macchina? Ma qui tutti hanno preso l'autostrada contromano!"

Se non avete capito, sostituite i carabinieri con i parlamentari PD che oggi hanno votato Napolitano.

Oltre al danno, la beffa.

E così, mentre io (da candidato non eleggibile) facevo campagna elettorale cercando di spiegare che si doveva votare il PD per il nostro programma e non perché si era semplicemente contro Berlusconi, i nostri soloni continuavano a dire che si era un Paese bipolare e che eravamo l'unico argine al berlusconismo.
Franceschini, uno di quelli che le primarie non le ha fatte, lo disse davanti a mille persone al Palazzo dei Congressi a Pisa, per dire.
Ora, quegli stessi soloni, dopo aver vigliaccamente votato contro Prodi, aprono le porte a una grande alleanza con Berlusconi.

Con due effetti collaterali:

1) Berlusconi ci manderà a casa quando pare a lui. E sarà molto presto.

2) A quel punto, se chiederemo un voto contro Berlusconi, lo chiederemo per Grillo. Perché oggi è questo il bipolarismo che c'è in Italia.

venerdì 29 marzo 2013

Ne abbiamo il diritto

Caro Presidente della Repubblica,
noi gente per bene, noi gente di sinistra, noi che abbiamo votato PD, SEL, Centro Democratico alle ultime elezioni, e che siamo arrivati primi, ma per poco, se non abbiamo il diritto a vedere Bersani chiedere la fiducia alle Camere, abbiamo il diritto di vedere Grillo fare il governo a 5 Stelle (con il premier a rotazione?) o di rivedere Berlusconi al Governo, dopo che uno di questi due abbia vinto le elezioni. Non ora che hanno preso meno voti di noi.
Per cui, caro Presidente, faccia eleggere un suo successore che, verificata l'impossibilità di fare un Governo, possa sciogliere le Camere e ci dia il diritto di votare.
Magari stavolta vinciamo davvero, o magari vanno a governare Grillo o Berlusconi. Ma non sarà colpa nostra.

La macchina senza carburante. #sipuòfare


Io con la macchina ci faccio che cazzo mi pare, o almeno dovrei essere libero di farlo. Da tempo invece è obbligatorio metterci la benzina dentro e usarla per muoversi, e le parti meccaniche sono mosse dal motore, e le ruote obbligate a muoversi dal ricatto del cambio. L’automobile è piena di parti meccaniche senza voce, ad eccezione del computer di bordo e delle sospensioni intelligenti. C’è stato un sovvertimento silenzioso delle automobili contro lo spirito stesso del loro libretto di istruzioni:”pag 27-3: i sedili sono reclinabili e possono essere usati a piacimento in caso di sosta lunga e prolungata (anche per fare le cose sporche). Mentre non si può guidare per più di quattro ore senza fare una sosta, magari in Autogrill, e comunque in macchina non si può andare in giro senza una meta o senza uno scopo, ma per andare in un luogo definito prima della partenza, e prima o poi si deve sempre ritornare a casa”. Se nella macchina non c’è la benzina (in realtà è in riserva da una settimana, ma una mezza bicchierata c’è sempre, se non è esalata nel frattempo) però c’è la luce da lettura che già da ora può operare per cambiare le nostre conoscenze letterarie. Non è necessario metterci la benzina per passarci l’aspirapolvere, o per cambiare urgentemente i tappetini, o per i tagli al deodorante. Basta volerlo, la macchina può essere lavata e pulita, sin da domani. Si fa passare l’idea che senza la benzina la macchina è immobile, congelata, in balia dei ragazzacci che la dondolano e la spingono, dei meccanici, ma si tace sul fatto che se uno la macchina la lascia in cima a una salita, la macchina si può muovere per un bel pezzo in discesa, e se prende l’aire anche per un po’ in pianura senza la necessità di metterci la benzina. Anzi, si parcheggia a posta in fondo a una vallata, spostando sine die la sua possibilità di muoversi senza alcun motivo se non quello di attribuire in seguito i posti di guida ai trombati alla visita per il rinnovo della patente. Si sottolinea in questi giorni che un mancato rifornimento di metano al distributore dell’agipmenop, il miglior amico della benzina con il piombo, impedirebbe la rimozione di questa ultima dai serbatoi. Se è così invito i cosidetti produttori di macchine ibride a rimuovere i serbatoi dalle loro automobili, a far rimuovere dai distributori tutte le pompe di gasolio, e di abolire tutte le raccolte a punti, di cui tutti si vantano nelle loro campagne pubblicitarie trasmesse nell’intervallo delle partite della nazionale di calcio, a rinegoziare il prezzo dell’idrogeno, generosamente prodotto grazie a energia elettrica prodotta a sua volta da centrali a petrolio. SI PUO’ FARE! (ma voi non lo farete mai). La macchina deve riprendere la sua centralità nella vita familiare.


Vi sembro pazzo, eh? Oppure vi sembra di averla già sentita da qualche parte?