In battuta si potrebbe dire che tutti dovremmo poter votare alle elezioni presidenziali USA, visto che il presidente USA, volenti o nolenti, governa un po' su tutto il mondo.
Ma se non siete cittadini americani non lamentatevi troppo, perché avere diritto di voto per le elezioni USA, di per se non significa nulla. Perché, mai come nelle elezioni USA non vale il detto: "un uomo un voto". Gli USA sono una federazione e quindi non si contano il totale dei voti, ma il voto nei singoli stati. A complicare il tutto c'è il fatto tipicamente anglosassone che chi arriva primo vince tutto. Quindi ogni stato ha un numero di grandi elettori, che varia in base al numero degli abitanti (3 in Wyoming, perché le mucche non votano, 55 in California). Quindi chi prende un voto di più in Wyoming si becca tre grandi elettori, chi prende un voto di più in California se ne prende 55.
Il fatto è che ci sono degli stati dove non c'è partita: a New York e in California, per dire, vincono sempre i democratici, in Texas, vincono sempre i repubblicani.
Quindi un voto in questi tre stati, che sono i più importanti del paese, non conta nulla.
Poi ci sono gli stati in bilico. E un voto in questi stati vale tantissimo.
Quindi, se vi interessa sapere se Obama vincerà, vi tocca occuparvi di cosa succede in Ohio, Iowa, Virginia. Un po' come se non vi interessa tanto il calcio, ma quando si gioca Italia-Germania ai mondiali tifate come matti, vi tocca di ristudiarvi il fuorigioco, leggervi le formazioni, sapere come stanno i polpacci di De Rossi e se Balotelli ha dormito bene. Però qui non si gioca in undici, giocano in diversi milioni, e quindi la cosa è più complessa.
Poi gli USA sono un miscuglio di etnie, e gli analisti la dividono in categorie, e allora diventa determinante il voto dei latinos del Nevada, delle donne single dell'Ohio, degli operai del Michigan.
Se invece siete un agente di borsa di New York, un petroliere texano o il CEO di Google non contate nulla. Ma anche se siete un latinoamericano in Texas, un black del South Carolina, o una desperate housewife del Wyoming. O meglio, più che il vostro voto, conta la vostra possibilità di convincere uno degli "eletti" a votare bene.
Insomma, in bocca al lupo a Obama, e speriamo che i pochi eletti che hanno il potere di spostare il numero dei grandi elettori si comportino bene.
Ma se non siete cittadini americani non lamentatevi troppo, perché avere diritto di voto per le elezioni USA, di per se non significa nulla. Perché, mai come nelle elezioni USA non vale il detto: "un uomo un voto". Gli USA sono una federazione e quindi non si contano il totale dei voti, ma il voto nei singoli stati. A complicare il tutto c'è il fatto tipicamente anglosassone che chi arriva primo vince tutto. Quindi ogni stato ha un numero di grandi elettori, che varia in base al numero degli abitanti (3 in Wyoming, perché le mucche non votano, 55 in California). Quindi chi prende un voto di più in Wyoming si becca tre grandi elettori, chi prende un voto di più in California se ne prende 55.
Il fatto è che ci sono degli stati dove non c'è partita: a New York e in California, per dire, vincono sempre i democratici, in Texas, vincono sempre i repubblicani.
Quindi un voto in questi tre stati, che sono i più importanti del paese, non conta nulla.
Poi ci sono gli stati in bilico. E un voto in questi stati vale tantissimo.
Quindi, se vi interessa sapere se Obama vincerà, vi tocca occuparvi di cosa succede in Ohio, Iowa, Virginia. Un po' come se non vi interessa tanto il calcio, ma quando si gioca Italia-Germania ai mondiali tifate come matti, vi tocca di ristudiarvi il fuorigioco, leggervi le formazioni, sapere come stanno i polpacci di De Rossi e se Balotelli ha dormito bene. Però qui non si gioca in undici, giocano in diversi milioni, e quindi la cosa è più complessa.
Poi gli USA sono un miscuglio di etnie, e gli analisti la dividono in categorie, e allora diventa determinante il voto dei latinos del Nevada, delle donne single dell'Ohio, degli operai del Michigan.
Se invece siete un agente di borsa di New York, un petroliere texano o il CEO di Google non contate nulla. Ma anche se siete un latinoamericano in Texas, un black del South Carolina, o una desperate housewife del Wyoming. O meglio, più che il vostro voto, conta la vostra possibilità di convincere uno degli "eletti" a votare bene.
Insomma, in bocca al lupo a Obama, e speriamo che i pochi eletti che hanno il potere di spostare il numero dei grandi elettori si comportino bene.
Nessun commento:
Posta un commento