Ve l'avevo detto che da oggi facevo sul serio. E quindi, approfittando della trasferta toscana di Pippo Civati, abbiamo cominciato la giornata volantinando al mercato di via Paparelli a Pisa, e subito dopo alla mensa universitaria.
Tra qualche volantino dato, sono anche entrato in mezzo a una discussione, nata tra uno che votava per noi, un ambulante che non ci votava perché non si vuole spostare da Piazza dei Miracoli, e un altro esercente che forse votava Grillo.
Lezioni che ho imparato (ad uso e beneficio di tutti i candidati, da Bersani fino al trentunesimo in lista nel collegio Veneto 1):
1) I nostri cominciano ad avere paura della rimonta, e mentre comprano le cose al mercato, trovano davvero persone convinte che Berlusconi gli renderà i soldi dell'IMU, e ci attaccano liti estemporanee: "vai, credigli dell'altro a quel brodo lì, come se non avesse fatto abbastanza danni fino ad ora". Poi vengono da noi al banchetto e ci dicono, tra l'arrabbiato e lo sconsolato: "Tanto lo rivotano, gli italiani credono a tutto!"
2) La paura della rimonta galvanizza un po' le nostre truppe che, come scrivevo ieri, pensavano di aver già vinto e si trovano a dover lavorare, mentre pensavano di fare campagna elettorale in relax, dopo aver dato l'anima per le primarie.
3) Il clima verso di noi è globalmente di fiducia, ma non di entusiasmo. Ci rimproverano molto per i provvedimenti del governo Monti, e dire che siamo disposti ad allearci con Monti ci fa perdere voti, tanti voti.
4) Anche chi non ci vota (e magari vota Grillo), ha voglia di parlare con noi, perché sanno che siamo l'unico partito serio, e l'unico partito che può governare questo Paese. E questo non basta a convincere a votare per noi.
5) Andiamo meglio se spieghiamo le nostre idee, e se mostriamo le nostre facce. "Se il PD mandasse via i vecchi vi voterei, ma la Bindi in televisione non la posso vedere...".
Se ce ne fosse bisogno, confermo tutto quanto scritto stamani: campagna positiva e propositiva, mai parlare di alleanze, mai parlare di voto utile. Se cambiamo passo, possiamo vincere bene, se no...dobbiamo cambiare passo!
Tra qualche volantino dato, sono anche entrato in mezzo a una discussione, nata tra uno che votava per noi, un ambulante che non ci votava perché non si vuole spostare da Piazza dei Miracoli, e un altro esercente che forse votava Grillo.
Lezioni che ho imparato (ad uso e beneficio di tutti i candidati, da Bersani fino al trentunesimo in lista nel collegio Veneto 1):
1) I nostri cominciano ad avere paura della rimonta, e mentre comprano le cose al mercato, trovano davvero persone convinte che Berlusconi gli renderà i soldi dell'IMU, e ci attaccano liti estemporanee: "vai, credigli dell'altro a quel brodo lì, come se non avesse fatto abbastanza danni fino ad ora". Poi vengono da noi al banchetto e ci dicono, tra l'arrabbiato e lo sconsolato: "Tanto lo rivotano, gli italiani credono a tutto!"
2) La paura della rimonta galvanizza un po' le nostre truppe che, come scrivevo ieri, pensavano di aver già vinto e si trovano a dover lavorare, mentre pensavano di fare campagna elettorale in relax, dopo aver dato l'anima per le primarie.
3) Il clima verso di noi è globalmente di fiducia, ma non di entusiasmo. Ci rimproverano molto per i provvedimenti del governo Monti, e dire che siamo disposti ad allearci con Monti ci fa perdere voti, tanti voti.
4) Anche chi non ci vota (e magari vota Grillo), ha voglia di parlare con noi, perché sanno che siamo l'unico partito serio, e l'unico partito che può governare questo Paese. E questo non basta a convincere a votare per noi.
5) Andiamo meglio se spieghiamo le nostre idee, e se mostriamo le nostre facce. "Se il PD mandasse via i vecchi vi voterei, ma la Bindi in televisione non la posso vedere...".
Se ce ne fosse bisogno, confermo tutto quanto scritto stamani: campagna positiva e propositiva, mai parlare di alleanze, mai parlare di voto utile. Se cambiamo passo, possiamo vincere bene, se no...dobbiamo cambiare passo!
Nessun commento:
Posta un commento